Taylor Swift, fan già in coda ed è subito Fernanda Number Six

Ebbene sì, nessuno mette gli Swifties in un angolo. Gli agguerriti fan di Taylor Swift si stanno già organizzando per presentarsi allo stadio San Siro di Milano e prenotare il loro ambitissimo posto. Anche se, di giorni, ne mancano quasi 20. La popstar mondiale che in questi anni sta battendo tutti i record e che da mesi sta portando in giro per tutto il mondo il suo The Eras Tour, infatti, si esibirà proprio in Italia in una duplice data live, il 13 e 14 luglio prossimi. Sono concerti andati sold out in un battibaleno, ma anche per chi è riuscito ad accaparrarsi immediatamente i posti l’ansia non è ancora finita. Perché c’è da conquistare un posto nel parterre che sia, se non in prima fila, il più possibile vicino alla propria beniamina. E i fan, appunto, si stanno organizzando con largo anticipo.

Tutto sembra partito proprio dalla fanbase della stessa Taylor Swift, e dai club di appassionati che stanno organizzando turni, appelli e regole per gestire in modo ordinato le file che si creeranno per entrare nel parterre dello stadio. A quanto pare, da quanto si legge sui messaggi che circolano sui social il punto di ritrovo è “presso l’uscita della Metro di San Siro (M5), in modo da non interferire con fila di altri concerti”; lì vengono fatti gli appelli, distribuiti i numeri ai nuovi arrivati e stabilito l’ordine d’accesso, ma fino a 250 persone al giorno per evitare assembramenti eccessivi. Altre regole, che si leggono anche in cartelli attaccati fuori San Siro, prevedono diversi turni, con i fan speranzosi che si dovrebbero presentare tre volte al giorno (alle ore 12, 16 e 21) per mantenere la precedenza acquisita, come si dice. Tutto è finalizzato ad essere ammessi a dei gruppi Telegram che gestiranno i flussi, ma questo dopo aver passato almeno 12 ore in fila. Queste sono ovviamente organizzazioni spontanee dei fanclub, del tutto indipendenti dalla normale gestione ufficiale delle code d’accesso, quindi c’è già chi si dice pronto a “superarvi tutti”.

Fonte : Wired