Asteroide Bennu, perché la presenza di sali di fosfato nei campioni ha sorpreso la Nasa

L’asteroide Bennu, di cui la Nasa ha raccolto un campione nel corso della missione Osiris-Rex, contiene fosfato di magnesio e di sodio, oltre ad essere ricco di carbonio, azoto e composti organici. Lo rivelano i risultati di uno studio pubblicato su Meteoritics & Planetary Science, condotto da un gruppo di ricercatori della Nasa e di diverse università e istituti di ricerca, incluso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Ma perché la presenza di fosfati è considerata così interessante? Secondo la Nasa, questi composti potrebbero suggerire che Bennu si sia staccato da un piccolo e antico mondo oceanico.

Un mondo “acquoso”

La presenza di sali di fosfato era stata precedentemente individuata nel campione di un altro asteroide, Ryugu, raccolto nel corso della missione Jaxa’s (Japan Aerospace Exploration Agency) Hayabusa2. Ma il fosfato di sodio e magnesio rilevato all’interno dei campioni di Bennu si distinguerebbe per la sua purezza, dicono dalla Nasa. E poi, l’aspetto forse più affascinante riguarda le possibili implicazioni di questa scoperta: “La presenza e lo stato dei fosfati, insieme ad altri elementi e composti su Bennu, suggeriscono un passato ‘acquoso’ per l’asteroide”, racconta Dante Lauretta, uno degli autori principali dello studio e ricercatore per la missione Osiris-Rex presso l’Università dell’Arizona di Tucson, Stati Uniti: “Bennu potrebbe aver fatto parte di un mondo più umido. Anche se questa ipotesi richiede ulteriori indagini”.

Il motivo della sorpresa

Tra l’altro, la presenza di sali di fosfato nell’asteroide Bennu è stata una sorpresa per gli autori dello studio, dato che non era stata rilevata nei dati raccolti a distanza dalla sonda Osiris-Rex. Più in generale, il fatto che ha sorpreso i ricercatori è stato quello di trovare all’interno del campione di Bennu fosfati idrosolubili, che fanno parte dei “mattoni” fondamentali per la vita che conosciamo sulla Terra.

Come anticipato, ad alimentare l’ipotesi che Bennu potesse far parte di un mondo oceanico è proprio la composizione chimica dell’asteroide, ricco di composti argillosi, che rispecchia il tipo di roccia che si trova sulle dorsali medio-oceaniche della Terra, dove il materiale del mantello (lo strato sottostante la crosta terrestre) incontra l’acqua.

I prossimi passi

Il gruppo di ricerca ha anche confermato l’abbondante presenza di carbonio e azoto: “Questi risultati sottolineano l’importanza di raccogliere e studiare il materiale proveniente da asteroidi come Bennu, in particolare il materiale a bassa densità che tipicamente brucerebbe una volta entrato nell’atmosfera terrestre”, prosegue Lauretta: “Questo materiale contiene la chiave per svelare gli intricati processi di formazione del Sistema solare e la chimica prebiotica che potrebbe aver contribuito alla nascita della vita sulla Terra”.

Nei prossimi mesi, porzioni del campione raccolto da Bennu verranno distribuite a diversi laboratori di ricerca sparsi per tutti gli Stati Uniti, dicono dalla Nasa, affinché possano essere effettuate ulteriori analisi e pubblicati altri studi scientifici riguardo alla composizione chimica dell’asteroide.

Fonte : Wired