Apple ha deciso di ribellarsi alle regole dell’Europa?

“Se ci pensate”, ha scritto Jonny Evans su Computer World, “il bello di Apple Intelligence è che utilizza le informazioni che il dispositivo raccoglie su di voi per funzionare al meglio. Il rischio però è che, sotto il Dma, l’Unione Europea insista che queste informazioni, anche se sono sul vostro dispositivo, debbano essere cedute ai concorrenti”. In poche parole, il timore è che il Digital Markets Act venga brandito per imporre a Apple di cedere a terzi le informazioni che ha raccolto sugli utenti Apple, e che i rivali sfruttino queste informazioni per migliorare i propri prodotti, anche se in diretta concorrenza con quelli di Apple.

Al di là di ciò della fondatezza – e condivisibilità – di questi timori, il pericolo è anche un altro: Apple si impegna a mantenere le nostre informazioni private e sicure, (…) come però sappiamo fin dall’invenzione di internet, non tutte le aziende sono etiche o affidabili”, prosegue Evans.

Indipendentemente dalle ragioni di Apple, si tratta di un cambiamento radicale rispetto a come si sono sempre comportati i colossi della Silicon Valley. Fino a oggi, Big Tech ha sempre seguito il motto “chiedi scusa, non il permesso”: implementando novità di ogni tipo senza farsi troppi problemi, salvo poi fare marcia indietro se l’Unione Europea – o qualcun altro – minacciava sanzioni di vario tipo (l’ultimo esempio è il tentativo di Meta di addestrare le sue intelligenze artificiali con i nostri dati).

Viene da chiedersi perché Apple abbia deciso di procedere con tale zelo, arrivando a rinunciare alla diffusione del suo sistema di AI ancor prima che l’Unione europea avesse qualcosa da ridire. E viene anche da chiedersi perché, invece di lavorare assieme alla Ue per trovare una soluzione, abbia preferito annunciare a tutto il mondo la decisione di escludere l’Europa dalle sue novità.

Cambiare le carte in tavola

Il sospetto, in definitiva, è che Apple stia cercando di cambiare le carte in tavola. Fino a oggi, l’Unione Europea ha sfruttato l’importanza del suo mercato (l’Unione, nel suo complesso, è la seconda potenza economica al mondo) per regolamentare e multare. Pur di non perdere l’accesso a consumatori danarosi e numerosi, Big Tech si è sempre adeguata ai vari Gdpr (privacy), Digital Services e Markets Act (concorrenza), AI Act (intelligenza artificiale).

Fonte : Wired