Dieta Plank, perché è squilibrata e come mette a rischio la nostra salute

Dimagrimento rapido, cambiamento della composizione corporea, diminuzione della massa grassa, miglioramento dell’aspetto fisico e maggiore stimolazione metabolica: sono solo alcuni dei tipici obiettivi di chi decide di intraprendere una dieta Plank, un regime alimentare iperproteico che ha poco (o nulla) a che vedere con la scienza. Di fatto, il fabbisogno quotidiano di carboidrati viene compensato dall’assunzione eccessiva e non regolata di proteine, superando di parecchio le quantità raccomandate per una dieta salubre ed equilibrata. Proprio per queste sue caratteristiche, la dieta Plank presenta numerosi rischi e controindicazioni per il benessere dell’organismo, rendendola una scelta non salutare e particolarmente inadatta per molte persone, specialmente chi convive con condizioni preesistenti o si trova in particolari fasi della vita, come la crescita o la gravidanza.

Tutte le caratteristiche di una dieta squilibrata

Fondata sulla fantomatica promessa di perdere fino a 9 chilogrammi in sole due settimane, la dieta Plank fa della rapidità del raggiungimento del risultato una delle sue principali leve. Questo effetto, che può effettivamente verificarsi, è dovuto alla drastica riduzione di carboidrati e fibre, sostanze indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo, e al contemporaneo aumento repentino dell’assunzione di proteine di origine animale. Tra gli alimenti consentiti in abbondanza troviamo la carne (pollo a volontà, bistecche di vario tipo, prosciutto cotto,…), le uova, il pesce, i formaggi magri e i salumi, mentre sono da eliminare il pane, la pasta, i cereali (tra cui anche il riso), i dolci, la frutta e – questo è uno degli elementi più notevoli – la maggior parte delle verdure. È permesso il consumo di tè e caffè, anche in grandi quantità e a digiuno. Al contrario, sono assolutamente vietati l’alcol e le bevande gassate.

Oltre a una squilibrata assunzione di macro-nutrienti, una delle principali critiche che la comunità scientifica rivolge alla dieta Plank riguarda la mancanza di un protocollo di attività fisica, elemento invece essenziale per una sana perdita di peso. Tra i suggerimenti positivi dei sostenitori di questo regime alimentare c’è un consumo quotidiano regolare di acqua, con il consiglio di bere 2 litri al giorno: questa buona pratica generale diventa particolarmente importante nella dieta Plank, per l’espulsione dei residui del metabolismo proteico. Pur essendo particolarmente apprezzata da molte persone, soprattutto negli Stati Uniti, non esistono basi scientifiche per suggerire questo regime alimentare: del resto, un consulto scientificamente fondato dovrebbe considerare l’età, il genere, il livello di attività fisica giornaliera e la presenza di patologie, per creare una un regime alimentare personalizzato che garantisca un giusto apporto di tutti i nutrienti.

Le (molte) controindicazioni per la salute

Viste le caratteristiche della dieta Plank, non è certo una sorpresa che possa determinare numerosi rischi per l’organismo, in gran parte legati all’elevato apporto proteico e alla drastica riduzione dei carboidrati. Tra i principali danni si riscontra il cosiddetto effetto yo-yo, in cui il peso perso viene rapidamente recuperato, poiché la dieta tende a intaccare la massa muscolare più che il grasso. Infatti, sono numerosi gli esempi di persone che, dopo avere rapidamente perso peso, lo hanno altrettanto velocemente ripreso. Questo può causare smagliature e perdita di tonicità della pelle, oltre a conseguenze psicologiche di vario genere. Inoltre, l’eccesso di proteine sovraccarica il fegato e i reni, affaticandoli e aumentando il rischio di disidratazione e di diverse patologie. Senza un adeguato apporto di acqua per espellere i residui del metabolismo proteico, si rischia la disidratazione, aggravata dall’alta percentuale di proteine che può portare a chetoacidosi o acidosi metabolica a causa della mancanza di carboidrati.

Ma non finisce qui. Il consumo di proteine animali, ricche di grassi e colesterolo, può aumentare i livelli di colesterolo ldl, il cosiddetto colesterolo cattivo, problematico per la salute cardiovascolare e per il corretto funzionamento di diversi organi. Questa dieta può anche aumentare i livelli di acido urico, dannosi per chi soffre di iperuricemia o di gotta. Tra le conseguenze più frequenti durante l’adozione della dieta Plank ci sono stanchezza, debolezza, alterazioni dei ritmi circadiani e attacchi improvvisi di fame: la carenza di fibre e nutrienti essenziali può sconvolgere la regolarità intestinale, causando stipsi e crampi addominali. Anche il sonno può essere compromesso dagli squilibri nutrizionali, con possibili episodi di insonnia e difficoltà ad avere un riposo di qualità. Nei casi più gravi, la riduzione drastica dei carboidrati può portare a ipoglicemia, con sintomi di affaticamento e svenimenti, soprattutto in persone con pressione sanguigna tendenzialmente bassa.

Chi sono le persone più a rischio

Già di per sé la dieta Plank non è considerata utile per il benessere dell’organismo e per la salute generale, ma alcune categorie di persone non dovrebbero assolutamente seguire un simile regime alimentare, per una lunga serie di rischi correlati. In particolare, la Plank è sconsigliata per chi ha il diabete, soffre di ipertensione o ha problemi cardiaci, poiché l’alto contenuto proteico e di grassi animali può aggravare queste condizioni.

Gli adolescenti con inclinazioni ai disturbi alimentari spesso intercettano online questa dieta e desiderano provarla, con possibili effetti catastrofici per il benessere, soprattutto dal punto di vista psicologico. Anche le donne in gravidanza o in allattamento dovrebbero evitarla, in quanto il regime alimentare ferreo – e privo di alcuni elementi essenziali – può compromettere la salute sia della madre sia del bambino. Lo stesso vale per i bambini in fase di accrescimento, che hanno ovviamente bisogno di una dieta equilibrata per il loro sviluppo. Persino l’indicazione apparentemente salutistica di bere solo caffè non zuccherato a colazione è particolarmente problematica per chi soffre di pressione bassa, problemi gastrici, ulcere gastriche o reflusso gastroesofageo, poiché la mancanza di nutrienti al mattino può portare a svenimenti e malesseri. Infine, chi ha nefropatie, gotta o altri problemi a reni e fegato dovrebbe assolutamente stare alla larga dalla dieta Plank, poiché un regime alimentare di questo genere determina un aumento dei livelli di acido urico e un sovraccarico renale dovuto all’eccesso di proteine.

Fonte : Wired