Così l’italiana Technogym allestirà per le Olimpiadi di Parigi la palestra più grande del mondo

Los Angeles 1984. L’immagine iconica della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici è quella di un astronauta che vola sullo stadio. L’anno prima, in un garage a Gambettola, vicino Cesena, Nerio Alessandri ha fatto nascere Technogym. Nel nome, la sua idea: abbinare la tecnologia all’esercizio fisico.

Atlanta 1996. Alle Olimpiadi del Centenario, che per taluni dovevano essere assegnate alla Grecia di diritto, gli Usa si fanno perdonare per una certa arroganza nell’aver imposto la loro candidatira scegliendo come tedoforo principe Muhammedi Alì: non più The greatest of all, l’icona di se stesso, anche se coin tutti i tremori che gli causa il Parkinson.

Esordisce in quei giochi, timidamente, proprio Technogym: in pochi anni è diventata un’azienda e soprattutto si è presa la leadership di un settore, quello del fitness, che essendo made in Usa non avrebbe proprio dovuto essere di altri, men che meno di un marchio italiano, per non dire orgogliosamente romagnolo.

Arriviamo ai giorni nostri e spieghiamo questo inizio così…olimpico. Technogym, dal 2000 partner e presente a tutte le Olimpiadi Estive, per la settima volta sarà fornitore ufficiale delle attrezzature per allenamento dei Giochi Olimpici (in realtà, ormai dopo i Giochi Invernali del 2006 e del 2018 si viaggia verso Milano Cortina come decimo appuntamento ): in pratica allestirà 29 super palestre, una anche a Tahiti, per i partecipanti alle gare di surf, portando nei vari siti 1.200 attrezzi per gli atleti olimpici e paralimpici. 

Ma è la seconda parte della qualifica olimpica di Technogym che dice cosa è successo nel cammino ancora giovane e comunque profondo dei primi 40 anni della creatura di Nerio Alessandri.

L’azienda che oggi vive nel Campus Village di Cesena, il centro di quella Wellness Vallley codificata dallo stesso Alessandri, un mix di storia, “Noi siamo il paese che ha inventato il Mens Sana in Corpore sano” ricorda sempre, e di saper vivere, aggiungendo che oggi “stare bene è un dovere sociale”, uno stile di vita che non ha bisogno di sacrifici ma di giusta misura in tutto, per il Comitato Olimnpico Internazionale è fornitrice ufficiale delle tecnologie digitali.

Nerio Alessandri, fondatore di Technogym.

Perché, scordatevi il personal trainer di un tempo che vi aspettava in palestra, superato dai tempi, oggi Technogym ha e garantisce a tutti un Ecosystem specifico, con tanto di app ovviamente (facile: uno egli altri partner del Cio, Samsung, distribuisce a tutti gli atleti uno smartphone di ultima generazione), e così chiunque utilizza i suoi prodotti può farlo caricando programmi personalizzati: gli attrezzi diventano da 1.200 circa 15.000, tanti quanti gli atleti che gareggeranno a Olimpiadi e Paralimpiadi.

E tutti i dati raccolti andranno da una parte ad avviare il percorso machine learning che disegna gli attrezzi di domani, con forme che abbiamo imparato a riconoscere più rotonde, dall’altra ad alimentare, grazie all’Intelligenza Artificiale dei programmi sempre più specifici: non semplicemente ad esempio per un tennista generico, ma proprio per il tennista giovane che evidentemente ha necessità diverse dal tennista anziano o per quello che, appena infortunatosi, ha bisogno prima della giusta rieducazione per poter poi alzare il livello degli allenamenti.

Insomma, gli attrezzi sono il personal trainer: ugualmente esigente, ma anche capaci di garantire esercizi svolti con colonna sonora o anche guardando la tv. Soprattutto a disposizione secondo i codici social: 24 ore al giorno e ovunque. 

Tutto passa per la misurazione: i record ma anche, verrebbe da dire soprattutto le prestazioni di noi comuni mortali. Che in effetti per Parigi possiamo partecipare con gli atleti a una crowdcompetition.

Come già avvenne per l’Expo 2015 dove Technogym si presentò per celebrare  il matrimonio tra alimentazione ed esercizio fisico, allora si contavano i Move, l’unità di misura codificata da Technogym, per regalare pasti gratuiti al World Food Program, stavolta gli stessi Move serviranno per lasciare in eredità a Parigi un parco Technogym, una palestra a cielo aperto accessibile a tutti.

Non solo: da anni gli attrezzi sono realizzati prevedendo la possibilità che, messi in rete, restituiscano tanta energia quanta ne producono grazie agli utilizzatori.

L’emergenza green serve ad accelerare i processi normativi che finora hanno ostacolato questa evidenza, poi quando sarà chiaro a tutti che ogni frequentatore di una palestra è una… centrale, scatterà la prossima rivoluzione wellness: tanto più si utilizzeranno gli attrezzi, tanto meno si pagherà per accessi e abbonamenti, tanto più personali diventeranno gli allenamenti di chiunque realizzando, finalmente, il vero significato di uno dei motti fondanti dello sport.

Ovvero, che l’importante è partecipare, prendere parte, sudare e stare meglio per vincere le Olimpiadi quotidiane.

Fonte : Repubblica