La misteriosa roccia bianca fotografata su Marte

Una roccia bianca, scintillante e totalmente diversa dalle altre, è stata fotografata dal rover Perseverance della Nasa all’interno del cratere Jezero, sul pianeta Marte. Una scoperta affascinante, che ha alimentato gli interrogativi sulla “strana” pietra: non soltanto è la prima del suo genere, ma gli scienziati non sanno neanche come abbia fatto a finire lì. La roccia è stata trovata in una zona chiama “Monte Washburn”, una zona dove miliardi di anni fa si trovava un lago e che adesso è “popolata” da rocce, solitamente del classico colore nero. Questa, analizzata dalla SuperCam e dalla Mastcam-Z del rover, ha evidenziato una struttura composta da pirosseno e feldspato, minerali silicati che sulla Terra si trovano ad esempio nelle rocce ignee e metamorfiche.

Come spiegato dalla Nasa in un comunicato, gli scienziati hanno soprannominato la roccia “Atoko Point”, come la nota vetta  sul Grand Canyon orientale. Una struttura unica nel suo genere che ha ispirato il nome per la roccia di Marte. Secondo le misurazioni le sue dimensioni sono: 45 centimetri di larghezza e 35 di altezza: “In termini di dimensioni, forma e disposizione dei suoi grani minerali e cristalli, e potenzialmente della sua composizione chimica, Atoko Point è in una lega a sé stante”.

Il percorso del rover Perseverance su Marte (Foto Nasa)

Gli esperti credono che i minerali della curiosa roccia potrebbero essere legati a un corpo magmatico sotterraneo che ora è esposto sul bordo del cratere Jezero, ma altri scienziati pensano che possa essere arrivata da un loco non molto distante, trasportata dal fiume estinto Neretva Vallis, che miliardi di anni attraversava l’area in cui si trova in questo momento Perseverance.

Giunto, non senza qualche problema, al Monte Washburn, il rover ha trovato diverse rocce dalle caratteristiche interessanti, come confermato dal dottor Brad Garczynski della Western Washington University di Bellingham: “La diversità di strutture e composizioni del Monte Washburn è stata una scoperta entusiasmante per il team, poiché queste rocce rappresentano un sacco di doni geologici portati giù dal bordo del cratere e potenzialmente oltre”.

Fonte : Today