L’Italia è il Paese europeo che tassa di più le basse pensioni rispetto a quelle d’oro. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sull’adeguatezza delle pensioni della Commissione europea.
Stando ai calcoli degli esperti di Bruxelles, in 17 Stati membri la differenza tra gli assegni dei pensionati a basso reddito e quelli dei pensionati ad alto reddito è maggiore in termini netti che lordi, il che indica che le imposte tendono a colpire proporzionalmente di più le pensioni povere rispetto a quelle elevate. La forbice maggiore è stata rilevata in Italia.
Dal rapporto emerge anche come i pensionati a basso reddito italiani siano stati anche tra i più colpiti dall’inflazione: il valore reale dei loro assegni è calato di circa il 3% nel gennaio 2023 rispetto allo stesso mese del 2022, anche se va detto che le misure di adeguamento all’inflazione varate da Roma sono scattate dopo il periodo preso in esame.
In un altro rapporto della Commissione Ue, quello sull’invecchiamento della popolazione, si gettano ombre allarmanti anche sul futuro del sistema pensionistico italiano: già oggi, gli assegni previdenziali assorbono il 15,6% del Pil nazionale. Fra 11 anni, nel 2035, il peso arriverà al 17,2%. Nessun altro Paese europeo raggiunge questi livelli. Secondo il rapporto la popolazione italiana in età lavorativa si ridurrà sensibilmente nel prossimo decennio, mentre la percentuale di anziani sul totale arriverà al 30% nel 2035, la più alta tra tutti i Paesi Ue. Entro quella data, Bruxelles prevede che l’Italia perderà circa 400mila abitanti.
Proprio oggi il presidente del Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps ha ricordato che l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico comporteranno un pesante indebitamento dell’istituto nel prossimo decennio: il bilancio dell’Inps passerà da un attivo di 23 miliardi nel 2023 a un passivo di ben 45 miliardi nel 2032.
Fonte : Today