La prima battaglia del generale Vannacci in Europa: salvare le auto a benzina

Le priorità dell’Ue per i prossimi cinque anni devono essere “la sicurezza, il Green deal che è tutto da riscrivere” e poi “economia, rilancio, ricchezza, benessere e anche l’identità”, un punto su cui “dovremo lavorare tantissimo visto che in Europa in pochissimi si sentono cittadini europei”. Parola del generale Roberto Vannacci, appena eletto eurodeputato in quota Lega.

Parlando con i giornalisti italiani al Parlamento di Bruxelles l’ex Folgore non nasconde di ambire alla commissione Ambiente (Envi), che gli permetterebbe di mettere mano proprio alla legislazione verde di Bruxelles. Il Green deal “ci ha ridotti più poveri e sicuramente non serve per migliorare questo ambiente”, ha dichiarato, aggiungendo che “bisogna rivederlo, renderlo più sostenibile e far in modo che le scelte per tutelare la natura siano convenienti”. 

Il Green Deal “una tassa”

“Solamente le scelte convenienti sono scelte naturali”, ha rimarcato il generale, ricordando che “quando siamo passati dalla legna al carbone o dal carbone al petrolio non c’è stato qualcuno che ci ha imposto di farlo, lo abbiamo fatto perché era più conveniente”. Adesso, invece, “dovremmo passare alle energie verdi con qualcuno che ci impone di farlo, pur sapendo che non è conveniente”. Vannacci non ci sta, vuole battersi contro questa “imposizione” e sostiene che la transizione ecologica “deve rimanere una transizione e non diventare una rivoluzione”. Insomma, la legislazione verde europea “io la vedo come una grande tassa”. 

A chi ha fatto notare che il Parlamento europeo non ha iniziativa legislativa e dunque non può riscrivere il Green Deal, Vannacci ha ribattuto: “Sono entrato da due giorni, datemi il tempo. Studierò i meccanismi per fare in modo di riuscire in fase propositiva o in fase di ostruzione”. “Ci saranno sicuramente questi meccanismi perché mi risulta che nel 2026 ci sia un check proprio per verificare il motore a scoppio”, ha detto, suggerendo che questo meccanismo di verifica in corsa “potrebbe essere esteso alle varie altre iniziative” comprese nel pacchetto legislativo voluto dalla Commissione di Ursula von der Leyen. 

Il nodo circoscrizione

Al generale potrebbe interessare anche la commissione Esteri (Afet), “dove ho lavorato anche precedentemente quando mi sono occupato di relazioni internazionali “, o quella economica (Econ) che è “overarching” su tutte le altre, ma poi “il tutto andrà messo a sistema anche con gli altri parlamentari e le aspettative del gruppo”.

Tra le cose che dovrà decidere il capolista del Carroccio c’è anche in quale circoscrizione farsi eleggere, una scelta che significherà l’esclusione di un altro candidato e l’elezione di altri. Sul punto ha promesso di parlarne con Matteo Salvini, ma assicurando che deciderà autonomamente. “Non ho ancora deciso in quale collegio far scattare la mia candidatura, è una decisione che prenderò io, certo mi sentirò anche con Salvini a riguardo”, ha detto.

Fonte : Today