Ungaretti con Pellegrinaggio, l’analisi della traccia per la prima prova della maturità 2024

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888, da genitori toscani: i ricordi degli anni trascorsi in Africa emergono nei suoi scritti, anche se presto il poeta si trasferisce. Nel 1912 arriva a Parigi, dove frequenta l’Università ed entra in contatto con il mondo delle avanguardie: Picasso, Apollinaire, De Chirico, Palazzeschi. Convinto interventista, nel 1914 si trova a Milano. Partito per il fronte, combatte sul Carso e compone le poesie che, raccolte nel libretto Il porto sepolto, costituiranno il primo nucleo de L’allegria. È a questo primo periodo che appartiene la poesia scelta per la Maturità: fin dall’inizio è evidente come Ungaretti cercasse una nuova via di espressione, una concentrazione della parola che sembra sempre nascere dal silenzio, un’identificazione del poeta con il mondo che lo circonda, un mondo che perde i suoi contorni per svanire. L’esperienza della guerra segna i testi riportando la realtà agli elementi essenziali della vita e al confronto tragico tra l’io e la concretezza ostile ma ineluttabile del mondo esterno.

Dopo L’allegria, l’attività di Ungaretti si estende al giornalismo: prima a Parigi, come corrispondente del Popolo d’Italia, poi all’Ufficio Stampa dell’Ambasciata Italiana, e dal 1921 a Roma, al Ministero degli Esteri. L’adesione al Fascismo, la morte del figlio, la profonda conversione religiosa segnano la vita del poeta come la sua opera. Le pubblicazioni si susseguono, l’attività di insegnamento passa prima dalla cattedra di Letteratura Italiana a San Paolo in Brasile e poi, con la nomina ad Accademico d’Italia, all’Università di Roma, dove insegnò Letteratura Moderna e Contemporanea. Numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali hanno evidenziato il valore della sua opera: le raccolte seguite a L’allegria sono tante. Le principali Il sentimento del tempo (1933), Il dolore (1947), Il taccuino del Vecchio (1960). Del 1969 è La vita d’un uomo. Tutte le poesie, edito a raccogliere l’intera produzione poetica precedente. Ungaretti muore a Milano nel 1970, dopo un ultimo viaggio a New York.

Il testo della poesia Pellegrinaggio

Valloncello dell’Albero Isolato, 16 agosto 1916

In agguato
in queste budella
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalba

Ungaretti
uomo di pena
ti basta un’illusione
per farti coraggio

Fonte : Wired