Mentre aziende come Google, Microsoft, Amazon e altre ancora parlavano apertamente dei loro sforzi nel campo dell’intelligenza artificiale, per anni Apple è rimasta in silenzio.
A un certo punto, finalmente, anche i dirigenti della società hanno iniziato a esprimersi sul tema. Un giorno ho avuto modo di esserne testimone in prima persona, e in anteprima. Desiderosi di smentire l’impressione che il più innovativo dei giganti tecnologici fosse in ritardo in un momento tecnologico così vitale, il capo del software Craig Federighi, lo zar dei servizi Eddie Cue e i ricercatori più importanti di Cupertino hanno spiegato che in realtà Apple era un leader nell’AI da anni, ma semplicemente non lo stava sbandierando. L’apprendimento automatico avanzato era già presente in alcuni dei prodotti dell’azienda e dovevamo aspettarci ancora di più, tra cui nuovi progressi di Siri. E dal momento che Apple tiene alla sicurezza dei dati più dei concorrenti, i suoi sforzi nel settore dell’intelligenza artificiale si sarebbero distinti per i rigorosi standard di privacy.
Quando ho chiesto quante persone lavorassero sull’AI ad Apple, la risposta di Federighi è stata: “Molte“. Un altro dirigente ha sottolineato che nonostante la tecnologia possa essere trasformativa, Apple non voleva avere nulla a che fare con gli aspetti più appariscenti che entusiasmavano alcuni nel settore, tra cui la ricerca della superintelligenza.
Questa conversazione è avvenuta otto anni fa, quando l’AI e deep learning erano la tecnologie del momento. Un anno dopo, un’innovazione rivoluzionaria chiamata transformer ha generato una nuova ondata di software intelligenti, ribattezzati AI generativa, che avrebbero poi alimentato l’innovativo ChatGPT di OpenAI. In un attimo, le persone hanno iniziato a giudicare le aziende tech in base all’aggressività con cui si lanciavano sulla tendenza. I rivali di OpenAI si sono mossi rapidamente. Apple, non altrettanto. Molti dei migliori scienziati di intelligenza artificiale a Cupertino erano al lavoro sulle auto a guida autonoma o sul costoso visore per la realtà mista dell’azienda, ilVision Pro. Nell’ultimo anno circa, però, Apple ha richiamato i suoi talenti da questi progetti (l’Apple Car è stata addirittura abbandonata) per elaborare una propria strategia sull’intelligenza artificiale. Recentemente, in occasione della Worldwide developers conference (Wwdc) di quest’anno, l’azienda ha finalmente rivelato le sue intenzioni.
Lo sbarco di Apple nel mondo dell’AI
In modo insolito per un evento del genere, gli annunci alla conferenza non hanno riguardato più di tanto i prodotti, quanto invece la discesa in campo di Apple nell’arena della genAI. Cupertino, insomma, ha voluto dire al mondo ci siamo anche noi. “Era chiaro che le persone volessero conoscere il nostro punto di vista sull’AI generativa“, ha spiegato l’amministratore delegato Tim Cook un’intervista dopo il keynote della Wwdc.
Fonte : Wired