La vita è un percorso costellato di ostacoli e momenti difficili che mettono alla prova la personale capacità di reagire alle difficoltà.
Eppure, in molti casi, è proprio affrontando le sfide che si può crescere e migliorare.
Riuscire a non farsi abbattere dalle avversità, imparando, invece, a far loro fronte, è una risorsa preziosa, utile per poter proseguire il proprio cammino e perseguire i propri obiettivi.
Senza dubbio non si tratta di un’azione facile, ma richiede un notevole sforzo, sia per essere più consapevoli di ciò che accade nella realtà circostante che per imparare ad accettare i cambiamenti e le complicazioni che si presentano sul percorso.
Si può, addirittura, arrivare a trovare una ragione, uno scopo, anche all’esperienza più complessa e grave che possa capitare, riuscendo a superare gli ostacoli con maggiore serenità.
Come nel caso di Lucia e delle vicende che hanno riguardato la sua famiglia.
La forza di una famiglia
Lucia è la seconda di quattro figli e tutti i suoi fratelli hanno una disabilità.
Il fratello maggiore, Salvatore, è non vedente, mentre Concetta e Antonella, rispettivamente terza e quarta sorella, sono state, entrambe, colpite da encefalite con atrofia del nervo ottico e conseguente cecità, con ritardo psicomotorio.
“Questa è una storia che ci ha portato tantissima sofferenza – racconta Lucia – Noi abitiamo in provincia di Enna, in Sicilia, dove non c’erano strutture: parlo di più di 50 anni fa, quando non c’erano servizi e neppure la conoscenza che c’è oggi, anche le comunicazioni erano limitate”.
È facile immaginare, quindi, come riuscire ad affrontare tale situazione sia stato notevolmente difficile, sia a livello di gestione che di accettazione, in particolar modo per quanto riguardava la condizione di Concetta e Antonella.
“Non si vedevano soluzioni, non si vedeva un futuro, ci si chiudeva in casa e basta […] per le mie sorelle la situazione si presentava drammatica”.
Nel 1968, grazie alle informazioni fornite dall’Istituto dei Ciechi di Firenze, la famiglia viene a conoscenza della Lega del Filo d’Oro; l’Ente, oggi Fondazione, era stato istituito solo qualche anno prima, quindi si trattava di una realtà conosciuta principalmente dagli ‘addetti ai lavori’.
“Abbiamo trovato accoglienza, umanità, professionalità – ricorda Lucia – ci ha dato speranza, ci ha prospettato un futuro”.
Le due sorelle vengono, così, accolte presso il Centro di Osimo e la famiglia nota, da subito, dei miglioramenti.
Afferma Lucia:
“Sin da subito, quando le mie sorelle sono entrate alla Lega del Filo d’Oro, ad Osimo, abbiamo cominciato a vedere i primi progressi e abbiamo capito che per ogni problema c’è una soluzione, anche se i problemi non si risolvono, si possono affrontare: ci hanno dato una modalità per affrontarli”.
L’importanza di avere gli affetti vicini
Da quel momento, Antonella è sempre rimasta a Osimo, mentre Concetta vi ha soggiornato dal 1969 al 1981, è rientrata in famiglia e poi, nel 2005, è tornata al Centro.
Per oltre 40 anni, quindi, la famiglia ha dovuto fare la spola tra la Sicilia e le Marche, finché, per rispondere alle esigenze di tutte le famiglie Siciliane, è stato aperto il Centro Sanitario di Riabilitazione Residenziale di Termini Imerese, presso il quale le due donne sono state trasferite.
Lucia si è sempre sentita responsabile nei confronti delle sue sorelle, definendosi come ‘sorella-mamma’ e il fatto di averle più vicine l’ha resa più serena.
“Ora che sono a Termini Imerese sono più tranquilla, perché è più semplice raggiungerle e quindi continuo a fare la ‘sorella-mamma’ – spiega Lucia – Ora ancora di più sono chiamata ad aiutare, perché mio papà non c’è più e mia mamma è anziana. Mi sento molto responsabile”.
In questa maniera, per Lucia, è anche più facile coordinare le varie attività della sua famiglia attuale (è sposata e ha tre figlie) con quella di origine, potendo anche aumentare le opportunità di incontro.
I due nuclei familiari, infatti, si sono ben amalgamati e sono molto uniti.
Insieme si può fare tanto
Il lavoro che la Lega del Filo d’Oro sta portando avanti, da ormai 60 anni, è estremamente prezioso sia per le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali che per le relative famiglie.
Proprio come un ‘filo d’oro’, che si dipana tra i vari Centri, Sedi e Servizi Territoriali presenti in Italia, la Fondazione riesce a raggiungere coloro che si trovano in stato di bisogno nel luogo dove risiedono, rispondendo in maniera più puntuale ed efficace alle loro esigenze.
Nel 2023 sono stati 1.230 gli utenti che hanno ricevuto, insieme alle loro famiglie, uno o più servizi dalla Lega del Filo d’Oro, nelle diverse modalità; ma si vuole fare di più.
Ecco perché, tra i principali obiettivi della Lega del Filo d’Oro c’è quello di incrementare la propria presenza a livello territoriale sia nell’aspetto quantitativo, aumentando il numero delle attuali undici Sedi, sia dal punto di vista qualitativo, potenziando i servizi offerti.
Per essere raggiunto, però, questo traguardo necessita dell’aiuto di tutti.
Si può dare un fondamentale contributo destinando il 5×1000 alla Lega del Filo d’Oro inserendo, nella dichiarazione dei redditi, il codice fiscale 80003150424 e apponendo la propria firma.
In questo modo si può trasformare un gesto semplice e gratuito in #aiutoprezioso.
Fonte : Today