“Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no”.
Parole apprezzabili, pronunciate in Parlamento per celebrare i 100 anni dall’ultimo discorso del deputato socialista Giacomo Matteotti, ucciso pochi giorni dopo. Parole ancor più apprezzabili se provenienti dalla leader di un partito in cui molti, troppi fanno estrema fatica a condannare anche solo con una frase il fascismo e gli immensi danni che ha procurato all’Italia.
E lasciamo stare che la leader che le ha pronunciate è anche la presidente del consiglio dei ministri del nostro Paese, perché sennò dovremmo far notare che è bizzarro quel rimando sul “valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no” da parte di chi ora guida il governo, soprattutto se nei mesi scorsi ad “arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no” sono stati, oltre a solerti funzionari RAI pronti a bloccare Scurati che “a pagamento” (come hai sottolineato tu) voleva scagliarsi contro di te, anche quei poliziotti che hanno schedato Marco Vizzardelli quando ha urlato “viva l’Italia anti-fascista” alla Scala e quegli altri poliziotti che a Pisa hanno violentemente caricato una manifestazione di protesta da parte di giovani studenti. Lasciamo stare questo dettaglio, perché vogliamo parlare di altro. Vogliamo parlare di altro a chi ha pronunciato queste parole per ricordare l’omicidio di Matteotti.
Cara Giorgia, hai notato gli ultimi eventi?
Cara Giorgia (in quanto elettori ci permettiamo di chiamarti con il tuo nome, quello che ci hai invitato a scrivere sulla scheda delle Europee), potresti per favore tenere a bada i bollenti spiriti dei tuoi fratelli d’Italia e, ancor di più in questo periodo, dei tuoi cugini leghisti? No perché sai, stiamo assistendo a una serie di eventi che, se tu fossi all’opposizione, siamo arci-sicuri che condanneresti senza appello.
Il deputato Donno colpito dall’onorevole Iezzi (o così pare) per aver “provocato” Calderoli con un tricolore in segno di protesta per la riforma costituzionale in senso federalista? L’altro leghista Andrea Crippa che dice che “cantare Bella Ciao in Aula è peggio che fare il segno della Decima Mas perché quella canzone richiama il comunismo che ha fatto dei morti” mentre invece il fascismo regalava rose ai suoi oppositori, forse?
Sono due episodi di una gravità preoccupante, e che da indizio diventano la proverbiale prova se ci aggiungiamo il ributtante episodio del consiglio comunale di Marcon, dove la consigliera Margherita Lachin ha detto “certo che riconosco la proprietà privata, è riconosciuta dalla nostra Costituzione antifascista” e si prende prima un “vaffa” dal caprogruppo di FDI Stefano Franceschetto e poi viene rimproverata anche dal presidente del consiglio comunale Thomas De Rossi che le dice che “l’antifascismo in questo caso c’entra poco” e alle rimostranze di Lachin si inalbera dicendo “ha dato del fascista a un collega, chiarisca il punto o le tolgo la parola”. Per chiudere il cerchio con il tuo discorso su Matteotti, appunto.
Cara Giorgia, potresti tenere a bada i tuoi?
Cara Giorgia, nell’apprezzare sinceramente lo sforzo che hai fatto ricordando che Matteotti fu ucciso dai fascisti (vabbè, potevi dire che il mandante era Mussolini, ma ci accontentiamo), possiamo chiederti l’ulteriore sforzo di frenare l’arroganza di chi, nel centrodestra attuale, a livello locale e nazionale pensa che sia finalmente giunta l’ora di fare quello che gli pare?
Sai, temiamo che sia proprio necessario un tuo intervento forte e deciso, “dall’alto” della tua posizione di potere e del tuo indubbio carisma, ma anche “dal basso” di chi sa cosa vuol dire dover lottare per non farsi schiacciare da ambienti e condizioni ostili. Cosa direbbe la Giorgia Meloni che dai banchi dell’opposizione ha conquistato il favore della maggioranza degli italiani, se un governo a lei avverso censurasse l’uso del tricolore come forma di protesta parlamentare? Cosa direbbe se qualcuno dei tuoi ricordasse in qualche Aula i danni del comunismo, dall’Urss alla Cina, e venisse messo a tacere? Siamo sicuri che non staresti zitta, come non stanno zitti ora all’opposizione.
E allora cara Giorgia, ti ringraziamo perché sappiamo che sei concentrata sui “veri problemi” dell’Italia, ma se ti avanzano dieci minuti puoi farci sentire un altro discorso come quello su Matteotti, ma stavolta per ricordare ai tuoi colleghi di partito e alleati di governo nazionali e locali che anche se, appunto, siete stati eletti per governare l’Italia, le Regioni e i Comuni, ciò non fa di voi i padroni del nostro Paese? Grazie Giorgia, e massima solidarietà: immaginiamo che non sia facile lavorare insieme a certa gente…
Fonte : Today