David Bowie: il segreto dei suoi travestimenti per passare inosservato tra la folla!

È una delle operazioni artistiche più affascinanti e sorprendenti di sempre: intorno al 2010 David Bowie, una delle rockstar più famose, magnetiche e riconoscibili del mondo è come sempre un passo avanti a tutti e riesce a fare un’impresa che sembra impossibille nell’era della condivisione, della celebrità che passa attraverso i social e dell’ossessione per l’apparire. Semplicemente, David Bowie sparisce.

Vive a New York, nel quartiere di Soho a Manhattan con la moglie Iman, frequenta le gallerie d’arte, porta a scuola la figlia Alexandra, ogni tanto va in un bar a vedere le partite di calcio inglese, legge libri di storia. Non ha un profilo social, non partecipa agli eventi, non si muove da New York. Per due anni registra in segreto uno dei suoi dischi più belli e intensi, The Next Day in cui parla di ricordi del passato e visioni del futuro, citando anche sé stesso nella copertina che ricorda quella del suo capolavoro berlinese Heroes.

Per registrare Bowie sceglie The Magic Shop, uno studio analogico a pochi passi da casa sua, fa firmare ai tecnici uno strettissimo accordo di riservatezza e registra con tre musicisti con cui suona dagli anni ’90, Earl Slick alla chitarra, Gail Ann Dorsey al basso e Sterling Campbell alla batteria e con il suo amico e produttore Tony Visconti: «Quando uscivo dallo studio vedevo tutti questi ragazzi che camminavano per Manhattan con la maglietta di David Bowie e pensavo: non potete immaginare cosa sta per succedere» ha detto Tony Visconti.

Alan Edwards, fondatore dello studio di comunicazione Outside Organization che ha lavorato con Bowie e anche con i Rolling Stones e Prince ha raccontato che l’arte del travestimento e del nascondersi del Duca Bianco risale ai primi anni 80, quando ha deciso di gestire a modo suo le conseguenze del successo. «L’ho conosciuto nel 1983 quando aveva appena finito di girare il film Furyo con Ryuichi Sakamoto, e veniva trattato da tutti come una star del cinema» ha scritto Edwards nella sua biografia I Was There: Dispatches from a Life in Rock’n’Roll. «Era la persona più gentile e affabile che avessi mai conosciuto. Veniva nel nostro ufficio in centro a Londra e preparava il caffè per tutti». Il travestimento più geniale di Bowie, che continuerà a farlo per anni fino alle registrazioni di The Next Day a New York, è anche il più semplice: «Mi ha spiegato il suo trucco: comprava un giornale greco e se lo metteva sotto il braccio. Qualcuno lo notava ma poi diceva: no, non può essere lui. È un signore greco che assomiglia a David Bowie». Anche quando viaggiava, David Bowie faceva in modo di confondersi con gli altri: «Prendeva il treno per andare a fare le interviste» scrive Edwards, «Niente prima classe o posti riservati. Le persone dicevano: è solo un signore seduto con noi che sta andando a Manchester!» 

Fonte : Virgin Radio