Apple Intelligence, le potenzialità ci sono

Un keynote pieno di novità e di futuri sviluppi: finalmente è arrivata l’intelligenza artificiale di Apple, o meglio la “Apple Intelligence”, direttamente integrata dentro i prodotti Apple. Gli strumenti mostrati durante il keynote della edizione 2024 della WWDC, la conferenza per gli sviluppatori che è appena iniziata nell’Apple Park di Cupertino, sono tanti e interessanti: Apple mostra sulla carta una integrazione curata nei dettagli e con la possibilità di rivoluzionare completamente il modo con il quale si usa un iPhone, un iPad o un Mac nel rispetto della privacy degli utenti. Alla fine, però, tutto si chiude con due docce fredde.

Partiamo dalla prima: le novità per Apple Intelligence saranno disponibili solo su iPhone dal 15 Pro in avanti e su iPad e Mac con processori M1 o superiori. Questo tradotto vuol dire che chi ha comprato un iPhone 14 Pro Max non riceverà nulla delle funzionalità di Apple Intelligence (mentre con un Android di fascia media potrà attivare buona parte delle funzioni di intelligenza artificiale di Google).

La seconda è per chi non è madrelingua inglese. Tutto quello che Apple ha fatto vedere arriverà con calma nelle prossime settimane, alcune funzionalità ancora più avanti l’anno prossimo. Ma tutto solo nella versione in inglese americano e con dispositivi settati su quella lingua. Per il resto, se ne parla nel 2025.E non necessariamente nei primi mesi dell’anno nuovo. Se si trattasse solo di qualche nuova app con l’interfaccia inglese ce ne si potrebbe fare una ragione. Tuttavia, la chiave d’uso della Apple Intelligence lo rende impossibile. La AI ci ascolta e ci capisce (noi e i nostri dati di contesto), e poi ci risponde anche. Tutto questo però solo in inglese, variante Usa.

La ripartenza di Apple con l’AI

Un po’ c’era da aspettarselo. Apple infatti con questo keynote ha dovuto fare un doppio lavoro e si vede dalla densità di novità che sono state presentate. Da un lato c’è la traiettoria “tradizionale” o “pre-AI”, che porta avanti lo sviluppo delle interfacce delle sue sei piattaforme, l’introduzione di alcune nuove funzionalità e insomma, tutto il carico di novità che ci si aspetta ogni anno.

Poi, la seconda traiettoria è quella che l’azienda ha dovuto mettere assieme nell’ultimo anno, in emergenza e con grande determinazione, per via dell’arrivo di ChatGPT che ha rivoluzionato tutto. Una ripartenza non da poco, considerata la lentezza che di solito caratterizza le aziende molto grandi. Apple invece ha tagliato rapidamente tutto quello che non era essenziale (incluso il progetto dell’auto elettrica a guida autonoma, abbandonato proprio quest’inverno) per concentrarsi sulla ripartenza dell’AI. Ha individuato i nuovi razionali: le caratteristiche di potenza, intuitività, integrazione, personale e privacy dell’Apple Intelligence. E poi ha costruito “l’AI per il resto di noi“, mettendo insieme alcune demo di grande effetto, avviando quello che Tim Cook ha definito come grande ciclo di cambiamento.

Il potenziamento di Siri e dell’iPad

Un lavoro enorme, fatto in pochissimi mesi. Un esempio? L’iPad e la sua Apple Pencil grazie all’AI si trasforma in un vero e proprio portento per prendere appunti, scrivere, disegnare, generare immagini, correggere testi, fare moltissime cose. E di altri esempi di questo tipo nel keynote ce ne sono a dozzine.

Fonte : Wired