Ucraina, conferenza di pace, ma cosa si potrà ottenere?

Sembra passato un secolo da quando, nel settembre del 2022, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky era intervenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, dettando le sue “condizioni di pace” per per fermare il conflitto. Creare un tribunale speciale per punire la Russia per i crimini commessi nell’aggressione, farle risarcire i danni causati, togliere il diritto di votare nelle organizzazioni internazionali e il ripristino della sicurezza e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

Cinque misure che erano il segno buon momento che sembrava attraversare allora la controffensiva ucraina, che stava ottenendo vittorie importanti nel nord-est del paese, pur con una Russia mobilitata a metà e non fiaccata dalle sanzioni. Al termine del suo discorso, rincuorato da tutta la politica statunitense, Zelensky aveva ricevuto una standing ovation.

La delusione di Biden

Circa due anni più tardi, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non sarà presente al vertice di pace in Svizzera organizzato dall’Ucraina il 15 giugno. Nonostante la pressione di Zelensky sugli alleati, affinché prendano parte all’incontro che vorrebbe definire una via d’uscita dal conflitto- pur essendo esclusa la Russia e con la Cina che non sarà presente – a quel tavolo l’amico di Washington non si siederà: al suo posto la vice di Biden, Kamala Harris, sempre più sfiduciata e a picco nei sondaggi, e il consigliere della sicurezza nazionale Jake Sullivan, per assicurarsi “una pace giusta e duratura“.

Biden ha però già espresso il suo pensiero sulla soluzione della crisi. In un’intervista con Time, ha escluso ciò che il presidente Zelensky e molti segmenti d’opinione europea hanno costantemente richiesto: l’ammissione dell’Ucraina alla Nato subito dopo la fine della guerra con la Russia. “Non sostengo la Nato-izzazione dell’Ucraina“, ha detto Biden, aggiungendo che la fine della guerra “non significa… che [l’Ucraina, ndr] faccia parte della Nato“. Fare il modo che la Russia non occupi mai e poi mai l’Ucraina è il nostro primo obiettivo, ha fatto capire Biden, ma questo non vuol dire Kyiv dentro l’alleanza Atlantica, bensì armi per difendersi. La partecipazione poco entusiasta di Washington non depone bene per il tentativo ucraino di dimostrare un isolamento internazionale della Russia. Zelensky ha definito la decisione di Biden, che indebolisce il sostegno all’Ucraina, come un regalo per il presidente russo, Vladimir Putin, ed è chiaramente deluso.

Chi ci sarà

Non che mancheranno in Svizzera paesi e le organizzazioni di rilievo: hanno confermato la partecipazione l’Unione Europea, il Consiglio d’Europa e l’India. Il presidente francese, Emmanuel Macron, probabilmente regalerà un discorso importante. Ma tra i circa 100 invitati che hanno detto sì mancheranno diverse potenze non allineate di primo piano, tra cui Cina e Arabia Saudita. L’india manderà solo un rappresentante simbolico. Non ci saranno neppure Pakistan e Brasile, simbolo di un Sud del mondo non esattamente trascinato dalla retorica euro-atlantica. Zelensky ha criticato Pechino per aver saltato l’evento: sta lavorando a favore della Russia per sabotare gli sforzi di pace, ha spiegato.

La Cina e i suoi satelliti diplomatici, come per l’appunto il Pakistan, spiegano invece che è l’assenza della Russia dal vertice a far perdere credibilità al summit: senza Mosca l’evento non ha alcuna importanza e diversi attori nel Global South, su suggerimento di Pechino, cercano di rimanere neutrali nel conflitto tra mondo occidentale e mondo russo. Il rifiuto brasiliano, nell’aria ma non ancora confermato, completerebbe un niet alla partecipazione da parte di tutti e cinque i paesi del gruppo dei Brics (Brasile, Russia ovviamente, India, Cina e Sudafrica). Non ci sarà neppure l’Arabia Saudita, per gli stessi motivi della Cina.

Fonte : Wired