Crisi del clima, la corsa per creare un gemello digitale della Terra per prevenirla

L’anno scorso la crisi del clima ha provocato 151 morti nell’Unione europea. E presentato ai 27 Stati un conto da 13,4 miliardi di danni causati da inondazioni, incendi, piogge torrenziali, frane, siccità e caldo estremo. Un saldo drammatico destinato solo ad aumentare se, come calcola Copernicus, il servizio satellitare comunitario, nel 2023 si sono infranti tutti i record di temperature, surriscaldamento delle acque dei mari, esondazioni dei fiumi.

Per questo la Commissione europea vuole migliorare la sua capacità di prevedere i mutamenti del clima. E anticipare gli eventi più estremi e disastrosi. Nasce sotto questi auspici nel 2021 Destination Earth, il progetto di un gemello digitale della Terra, di cui oggi la Commissione europea rende disponibili i primi due modelli. Il primo per guidare le politiche di adattamento alla crisi del clima, il secondo per prevenire gli eventi più estremi.

Un grande progetto

Bruxelles ha già messo 300 milioni di euro sull’operazione. A Destination Earth, coordinato dalla direzione generale Connect, che sovrintende i settori legati a tecnologia, digitale e innovazione, hanno lavorato il Centro europeo per le previsioni meteo di medio termine (Ecmwf), l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteo (Eumetsat, che aggrega 30 paesi dell’area), più 116 organizzazioni, tra università, centri di ricerca, aziende (60) e piccole e medie imprese (24).

Ognuno ci ha messo un pezzo: Eumetsat la massa di dati da analizzare, Esa la piattaforma dove farli girare, Ecmwf ha sviluppato infine i gemelli digitali, appoggiandosi a tre dei supercomputer europei: l’italiano Leonardo, lo spagnolo Mare Nostrum 5 e Lumi, situato in Finlandia.

La Commissione ha acceso i primi due gemelli digitali della Terra. Il primo servirà a studiare politiche per adattarsi alla crisi del clima, con un orizzonte di decenni, fino al 2040-2050. Per esempio, potrà essere utilizzato per stabilire dove installare un impianto di energia rinnovabili al riparo da possibili rischi di eventi estremi. Ha una risoluzione massima di 5 chilometri, contro i 100 degli attuali modelli adoperati anche dal Panel internazionale sul cambiamento climatico, il consesso di esperti che assiste le Nazioni unite nelle politiche sul clima.

Fonte : Wired