New York non farà più la sua Area C

Lo scorso mercoledì, la governatrice dello stato di New York Kathy Hochul ha annunciato a sorpresa che il piano per un introdurre una tassa sul traffico nella città di New York è stato accantonato a tempo indeterminato. La misura, che era in cantiere addirittura dal 2007 e avrebbe dovuto entrare in vigore tra tre settimane, era stata pensata per alleggerire il traffico automobilistico, ridurre le morti sulle strade e garantire un miliardo di dollari di finanziamenti annuali al sistema di trasporti della metropoli, facendo pagare agli automobilisti fino a 15 dollari al giorno per entrare nelle zone più congestionate di Manhattan, con tariffe più alte nelle ore di punta (i camionisti e alcuni autisti di bus avrebbero potuto pagare più di 36 dollari al giorno). L’idea alla base del provvedimento, ormai sdoganata da tempo in Europa ma meno diffusa negli Stati Uniti, è quella di far pagare le strade che si usano.

La marcia indietro di New York

Ma la tassa era anche destinata a diventare forse uno dei più ambiziosi dei progetti sul clima mai messi in campo nel paese. L’obiettivo era quello di spingere le persone ad abbandonare i veicoli a benzina – che da soli sono responsabili di circa il 22% delle emissioni di gas serra negli Stati Uniti – per passare alle metropolitane, agli autobus e alle biciclette, o semplicemente camminare. I politici, i ricercatori e gli esperti di questioni ambientali di tutto il mondo sono giunti alla conclusione che anche se la transizione verso i veicoli elettrici dovesse avvenire alla velocità della luce, per scongiurare gli effetti più nefasti dei cambiamenti climatici sarà necessario ridurre comunque il numero di auto.

Ora il movimento per ridurre il traffico nei centri urbani americani ha subito una pesante battuta d’arresto, un paese in cui decenni di decisioni urbanistiche incentrate sulle automobili hanno portato molte persone a considerare le macchine l’unico mezzo per spostarsi. Qualche anno fa, città come Los Angeles, San Francisco e Chicago hanno iniziato a pensare a come introdurre una tassa sulle auto. “Le città guardavano a cosa sarebbe successo a New York – afferma Sarah Kaufman, che dirige il Rudin Center for Transportation dell’Università di New York –. Ora possono definirlo un ‘fallimento’, visto che non è andato in porto“.

Mercoledì Hochul ha spiegato che il cambiamento di rotta è dovuto alle preoccupazioni legate alle ripresa della città dopo la pandemia. Il piano sulla congestion charge newyorkese era finito al centro di diverse cause legali da parte del vicino stato del New Jersey, dove i pendolari sottolineavano che si sarebbero dovuti sobbarcare costi ingiusti. Ma a Manhattan sono già state installate telecamere e colonnine per far pagare i pedaggi agli automobilisti, costate circa 500 milioni di dollari.

Reazioni e conseguenze

Kaufman si è detta “sbalordita” dall’improvviso annuncio della governatrice dello stato di New York. “Se non riusciamo a fare mosse coraggiose, e potenzialmente meno popolari, in una città in cui il trasporto pubblico è facilmente accessibile, allora mi chiedo dove sia possibile farle”, ha dichiarato.

Fonte : Wired