Elezioni europee, i 3 duelli che ci raccontano come sono andati i partiti italiani

Ma quindi, chi ha vinto le elezioni europee? Detto per inciso che parlare di vincitore in una competizione che ha visto la partecipazione di meno di un elettore su due, l’affluenza si è infatti fermata al 49,69%, rappresenta una professione di ottimismo, la risposta è che dipende. Dipende, in altre parole, dagli obiettivi che i singoli partiti si ponevano.

Hanno perso, certamente, Azione e Stati Uniti d’Europa, rimasti fuori dal Parlamento europeo. Ha perso il Movimento 5 Stelle, passato al 9,99% dal 17,07 di cinque anni fa. E ha perso la Lega, che non solo è passata dal 34,3% di cinque anni fa al 9% di oggi, ma si è vista superare da Forza Italia. La quale invece giustamente festeggia, così come Fratelli d’Italia, confermatosi primo partito, e, dall’altra parte della barricata, il Pd, in ripresa rispetto alle elezioni politiche di un anno e mezzo fa.

Nella sua analisi del voto, Wired ha deciso di impiegare i dati pubblicati dal portale Eligendo, gestito dal ministero dell’Interno, per immaginare tre confronti: uno tra Fratelli d’Italia e il Partito democratico, per capire sul territorio quale dei dua sia il primo partito. Gli altri invece interni alle coalizioni, per capire quali siano gli equilibri tra forze alleate. E quindi Lega contro Forza Italia e Movimento 5 Stelle contro Alleanza Verdi-Sinistra. Questo, ammesso e non concesso che i grillini siano da considerarsi alleati del centrosinistra.

Fratelli d’Italia vs Partito democratico

In 85 delle 107 provincie italiane Fratelli d’Italia si conferma come il primo partito. Gli avversari del Pd riescono ad affermarsi solo nelle restanti 22. Questo il quadro:

Il distacco maggiore in favore del partito di Giorgia Meloni lo si registra in provincia di Viterbo, dove a dividere le due forze sono 23,67 punti percentuali. A Bari, invece, si registra il massimo vantaggio dei democratici, che sono riusciti a distaccare l’avversario di 22,04 punti percentuali. La ragione è presto detta: l’ex sindaco della città, Antonio Decaro, è stato il più votato tra i candidati del Pd, con 490mila voti (di cui 350mila nella sola Puglia)

Forza Italia vs Lega

A livello nazionale, il derby tutto interno alla maggioranza di centrodestra ha premiato Forza Italia, alla prima prova elettorale dalla scomparsa del suo fondatore Silvio Berlusconi. Seppure di appena 0,62 punti percentuali, ma gli azzurri si sono imposti sull’alleato leghista.

Difficile dire quanto sul risultato di queste elezioni europee abbiano pesato le parole del fondatore della Lega, quell’Umberto Bossi che non più tardi di venerdì sera dichiarava il suo voto per Forza Italia, nelle cui liste era candidato Marco Reguzzoni, capogruppo del Carroccio ai tempi del cerchio magico. Fatto sta che gli elettori hanno ridimensionato quello leghista a movimento del Nord. È solo infatti al di sopra di una certa latitudine che la Lega è riuscita a superare gli azzurri. Unica eccezione, Isernia (Molise), unica provincia italiana in cui quello di Matteo Salvini è risultato il primo partito. Unica consolazione padana, se si guarda al primato nelle singole province la Lega batte Forza Italia 54 a 53.

Movimento 5 Stelle vs Alleanza Verdi Sinistra

Si tratta del confronto più inaspettato, frutto del combinato disposto di un risultato del raggruppamento guidato da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, il più votato dai fuori sede con il 40% delle preferenze, decisamente al di sopra delle aspettative e di un deciso crollo del partito di Giuseppe Conte. Ammesso e non concesso che queste due forze decidano, soprattutto i grillini, di allearsi con il Pd, costituendo quello che la vulgata giornalistica definisce campo largo, ecco come le elezioni europee hanno cambiato gli equilibri interni:

Se il Movimento 5 Stelle conferma nel Mezzogiorno la sua roccaforte elettorale, ci sono 24 province in cui AVS ha ottenuto una percentuale maggiore (il record a Bolzano, dove il distacco dai grillini è stato di 13,6 punti percentuali). A queste se ne aggiungono altre 11 nelle quali il distacco è inferiore ad un punto percentuale. Se insomma Giuseppe Conte deciderà di entrare nella coalizione di centrosinistra, certo non potrà farlo avanzando pretese di leadership.

Fonte : Wired