Il “viaggio” di Lego nello Spazio è iniziato esattamente 50 anni fa. Con un set composto da poche decine di mattoncini. Erano bianchi, rossi e blu. Se assemblati correttamente, formavano un razzo spaziale con i colori della bandiera degli Stati Uniti.
Il set costava appena 98 centesimi di dollari, ma in realtà permetteva di ricostruire un sogno: quello dell’astronauta John Glen, che appena due anni prima – era il 20 febbraio del 1962 – è finito “tra le stelle” a bordo di una capsula spaziale della Nasa, diventando il primo americano della storia a raggiungere l’orbita terrestre.
Con il passare degli anni, soprattutto a partire dalla fine degli anni Settanta, Lego ha partecipato, in un certo senso, alla corsa allo Spazio e alla sua successiva esplorazione, con il tema Lego Space che attualmente è tra i più vecchi e longevi dell’azienda nata a Billund, in Danimarca, nel 1932.
Per Lego lo Spazio è sempre stato un sogno e un gioco. Ma recentemente, complice l’offerta dell’azienda danese dedicata agli adulti, pianeti, stelle e razzi sono diventati costruzioni da esibire e modellini attraverso cui comprendere le leggi dell’Universo.
Poco tempo fa, la linea Lego Technic pensata per chi ama l’ingegneria e la meccanica si è arricchita di un nuovo prodotto chiamato Pianeta Terra e Luna in orbita che mostra, azionando una manovella, come la Terra e il suo satellite ruotano attorno al Sole. Attraverso questo movimento gli adulti, ma anche i bambini, possono comprendere meglio le fasi lunari.
Più recentemente, l’azienda di Billund ha aggiunto al suo catalogo altri due set dedicati allo Spazio, che per numero di pezzi e dimensioni non sono per tutte le tasche. E neanche per tutte le case. Ma evidentemente per questo genere di prodotti esiste un mercato, altrimenti Lego non continuerebbe a realizzare le idee più ambiziose: l’enorme riproduzione di Notre-Dame de Paris, per esempio, che necessita di 4.383 pezzi, oppure – restando in tema di Spazio – l’intramontabile Millennium Falcon ispirato all’omonimo velivolo di Guerre Stellari che richiede addirittura 7.541 mattoncini.
Sono 3091 i mattoncini che servono per mettere insieme La Via Lattea, la galassia dalla forma spirale a cui appartiene il nostro sistema solare. La versione Lego (larga 65 cm, alta 40 cm e profonda 2 cm) è costituita da 5 pannelli – ognuno con relativo libretto di istruzioni – ed è pensata per essere appesa al muro.
Come molti dei set appartenenti alla linea di prodotti Lego Art, di cui fanno parte anche le ricostruzioni di capolavori come la Gioconda di Leonardo e La Grande Onda di Hokusai.
I mattoncini stratificati della Via Lattea, sui toni del viola e del blu, conferiscono al nuovo set Lego un particolare effetto 3D. La targhetta con la scritta “You are here” (“Voi siete qui”), è un modo simpatico (ma anche utile) per capire immediatamente dove si trovano la Terra e i suoi abitanti all’interno di una galassia il cui diametro reale è di circa centomila anni luce.
Nella scatola che contiene i mattoncini per la Via Lattea c’è inoltre un codice QR che si può scansionare per accedere sia alle istruzioni di montaggio in versione digitale, sia a una speciale colonna sonora realizzata appositamente per il set.
Oltre alle stelle, Lego ha pensato di offrire ai suoi fan un modo per “andarci”.
Un nuovo set appartenente alla linea Icons riproduce, infatti, il razzo e la torre di lancio che caratterizzano la missione Artemis organizzata dalla Nasa in collaborazione con altre agenzie spaziali come Esa e Csa.
Il sistema di lancio spaziale Nasa Artemis è un set monumentale, che necessita di 3.601 pezzi. Il modellino raggiunge un’altezza considerevole: 70 cm. Siamo lontani dal metro del leggendario razzo Saturn V uscito nel 2017 e ancora presente nel catalogo Lego. Ma nel caso del modellino dedicato alle missioni Apollo i pezzi erano “solo” 1.969.
Ne servono più di tremila, invece, per ricostruire il razzo multistadio, i due booster, la capsula Orion e la torre di lancio che serviranno, tra qualche anno, a spedire un gruppo di esseri umani nuovamente sulla Luna, dove il prossimo sbarco è previsto entro il 2026.
Nel nuovo set dedicato alla missione Artemis, pensato più per l’esposizione che per il gioco, non ci sono minifigure ed è un peccato. Tra gli astronauti selezionati per volare sulla Luna, per la prima volta, ci sono infatti una donna e una persona nera. Un bel segno di inclusività che Lego non avrebbe dovuto farsi sfuggire.
Chi volesse qualcosa di più “umano”, sempre a tema Spazio, può rivolgere le sue attenzioni al set Astronauta Lego 3 in 1 che permette di creare tre diversi modellini: quello di un jet, di un cane ma soprattutto di un astronauta con jet pack che somiglia tanto a Bruce McCandless, l’ingegnere statunitense che è stato il primo essere umano a svolgere in orbita un’attività extraveicolare senza legami con lo Space Shuttle.
L’uomo più solo dell’Universo batteva i denti per il freddo
Una serie di documenti firmati da Bruce McCandless è ospitata dal museo Smithsonian dedicato allo Spazio che si trova a Washington, una tappa obbligata per chi ama la storia dell’esplorazione spaziale.
Per rafforzare il suo legame con le stelle, Lego ha pensato di indire un concorso valido dal 1 al 30 giugno 2024 – con estrazione il prossimo 15 luglio – che permetterà a quattro persone di volare a Washington e visitare il suo famoso National Air and Space Museum.
Fonte : Repubblica