La parabola politica di papà Le Pen, dopo un ultimo decennio del secolo passato a consolidare i consensi del Fronte tra le classi più povere e a portarlo su posizioni sempre più antieuropeiste, visse il proprio picco nel 2002, quando per la prima volta il politico di La Trinité-sur-Mer arrivò al ballottaggio per le presidenziali, poi perso contro il gollista e presidente uscente Jacques Chirac. Negli anni successivi il partito non riuscì più a raggiungere buoni risultati, culminando un periodo buio con un 2007 da incubo, segnato dal crollo al 4,3% alle legislative.
L’arrivo di Marine Le Pen
Quattro anni dopo, il 16 gennaio 2011, in seguito alle dimissioni di Jean-Marie, il timone del Fronte nazionale fu preso dalla figlia Marine in seguito alla vittoria del congresso contro Bruno Gollnisch. Nel 2014, con la fondazione del Movimento per un’Europa delle Nazioni e della Libertà, il Fn risultò il primo partito alle elezioni europee, con il 24,9% dei voti.
Dopo l’allontanamento dal partito nel 2015 del papà, che per l’ennesima volta dichiarò in un’intervista come per lui le camere a gas fossero state solo un dettaglio della seconda guerra mondiale, la carriera politica di Marine Le Pen ha vissuto due momenti topici con le presidenziali del 2017 e del 2022: in entrambe le occasioni, la politica è arrivata al ballottaggio contro Macron, ottenendo il 33,9 e il 41,46% dei voti. Nel mezzo, nel marzo 2018, la svolta del congresso di Lille e il cambio di denominazione da Front a Rassemblement national (Rn).
Se nel 2017 Le Pen aveva lasciato solo momentaneamente la presidenza del partito, a cavallo tra il 2021 e il 2022 la guida di Rn è stata definitivamente assunta da Jordan Bardella. Capolista del partito alle europee anche nel 2019, l’oggi 28enne politico di Drancy, banlieue parigina, è figlio, come ricorda Il Sole 24 Ore, di un padre di origini italiane e di una madre nata a Torino. Il bisnonno Mohand Seghir Mada era invece della regione algerina della Cabilia. L’albero genealogico fa di lui di fatto un vero e proprio cittadino della nuova Francia, credibile a tal punto da aver raggranellato sui social network un seguito importante: un milione e mezzo i follower su TikTok, 617mila quelli su Instagram.
Il nuovo volto
Con Bardella, il Rassemblement national sta vedendo maturare i risultati della dedemonizzazione, un processo finalizzato ad allontanare il partito da posizioni vetuste di estrema destra. Al tempo stesso, egli non ha abbandonato alcune delle battaglie che hanno sempre caratterizzato le politiche del movimento: su tutte, quella legata all’immigrazione, tornata in auge dopo che il ministero dell’Interno francese ha rivelato come i crimini degli stranieri siano in proporzione superiori alla loro quota di popolazione.
La storia, senza dubbio, proseguirà. Dopo le elezioni europee del 9 giugno e lo scioglimento dell’Assemblea nazionale da parte di Macron, Bardella ha infatti scritto su Facebook di essere pronto a “formare una nuova maggioranza per la Francia”. Il 30 e il 7 luglio consegneranno ai transalpini e all’Europa risposte importanti sul futuro di Rassemblement national e di Jordan Bardella.
Fonte : Wired