Tonio Cartonio è sbarcato su TikTok per svelarci i più grandi misteri della Melevisione

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Il colore delle bibite del Fantabosco

Altro grande mistero del programma era quello del colore delle bibite del Fantabosco. Tonio Cartonio, infatti, era titolare di un chiosco in cui serviva ai suoi avventori composti da principesse, streghe, lupi e altri personaggi fantastici, delle bevande molto particolari che cambiavano colore una volta versato. Una vera magia agli occhi dei bambini e che ha tormentato molti per anni. “Questa è una domanda a cui non ho mai voluto rispondere – ammette Danilo Bertazzi in un altro video -, perché mi sembrava di portarvi via qualcosa di magico, un mistero che era bello rimanesse tale. Però adesso siete grandi (💔) sarebbe come dire che Babbo Natale esiste”. Quindi la spiegazione: “All’inizio le bibite cambiavano colore in questo modo: Tonio versava un liquido colorato, per esempio giallo, dentro un bicchiere e nel bicchiere questo liquido diventava blu. Questo avveniva perché all’interno del bicchiere c’era un componente chimico che faceva sì che il colore cambiasse. Era qualcosa di chimico e assolutamente velenoso, nessuno poteva bere da quel bicchiere. Con uno stacco di camera il direttore di studio portava via quel bicchiere e lo sostituiva con un bicchiere identico ma con un liquido, dello stesso colore, che poteva essere bevuto. Quando Lupo Lucio diceva che faceva schifo il Blu Mele, era vero: spesso noi facevamo a posta di sbagliare per farglielo bere più volte. Successivamente fu utilizzato del colorante alimentare”.

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Il racconto dell’addio al Fantabosco

In un altro video, Bertazzi parla proprio del suo addio al programma. Quel filmato, nel corso degli anni, si trasformò anche in un meme. “Quando mi capita di rivederlo – racconta Bertazzi -, mi sento ancora un po’ in colpa. Molti mi dicono: sei sta la prima delusione della mia infanzia”. L’attore ha spiegato che si è trattato di una scelta personale: “Come in una storia d’amore”. A giocare un ruolo importante sono stati dei motivi di salute: “Sono stato preso per i capelli e ho avuto il mio primo intervento al cuore – dice -. Questo ti cambia un po’ la prospettiva della vita, ricordo che ero in ospedale ed ero molto preoccupato di essere sostituito. Ricordo di aver telefonato agli autori, alla produttrice chiedendo di non lasciarmi a casa. Ero in ospedale e avevano messo un personaggio nuovo che era Nina Corteccia. Poi sono tornato, malgrado non stessi ancora bene, gli autori si erano inventati una storia per farmi stare a letto con il pigiamone, sotto il quale avevo ancora tutte le cannule per le flebo che facevo tutti i giorni”. A questo, si aggiunse un altro fattore: “Per noi attori è imporante sentirsi amati – ha continuato nel racconto -, quindi il bisogno di avere delle rassicurazioni è fondamentale. Con il primo regista di Melevisione ho avuto un rapporto meraviglioso, forse perché iniziavamo un’avventura nuova. C’era una grande complicità e un grande affetto. Con il secondo regista non mi sono sentito così amato e così protetto e ho avuto sempre la sensazione che ero lì e doveva tenermi”. Infine, una situazione che capita a molti attori. Quella di finire per perdere la propria identità, oscurata da quella del personaggio che li ha resi celebri: “Stavo perdendo Danilo, tutti mi chiamavano Tonio – aggiunge -, anche al lavoro o a casa. Tonio stava prendendo il sopravvento, anche se Tonio era fatto di Danilo. Volevo riprendere un pochino la mia vita e il mio essere. All’ultimo ci avevo ripensato e ma una chiamata con una mia amica durata tutta la notte mi convise a decidere di lasciare, accettando di registrare le puntate che prepassaro i bambini alla mia uscita. Non avevo un’altra opzione, per più di due anni non ho lavorato. So di avervi creato un dispiacere e di questo me ne scuso”.

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Fonte : Wired