Wired Next Fest, chi parlerà di diritti, guerre e migrazioni

Dal 14 al 16 giugno torna il Wired Next Fest al Castello Sforzesco di Milano, il più importante festival gratuito dedicato a innovazione, tecnologia, scienza e cultura. Il tema scelto per questa edizione è Essenziale. Un concetto da riscoprire, per ispirare le scelte e le decisioni che come persone e società dovremo prendere nella gestione della nostra vita online, nel rapporto con la tecnologia, nella costruzione di un modello più sostenibile e per il futuro delle imprese.

Gli ospiti attivi nel campo dei diritti

Tra gli ospiti principali che interverrano sul nostro palco ci sarà Stella Assange. Avvocata ed esperta di diritti, è moglie di Julian Assange, il cofondatore di WikiLeaks, l’organizzazione che ha pubblicato documenti coperti da segreto di Stato da cui emergevano dei gravi crimini commessi dagli Stati Uniti. Insieme a Stella Assange, che fa parte del suo team legale dal 2011, ripercorreremo velocemente le varie tappe giudiziarie, le contestazioni che vengono mosse a Julian Assange e ci soffermeremo, in particolare, sugli ultimi sviluppi della sua vicenda. Un altro grande protagonista presente al Wired Next Fest sarà Brando Benifei, europarlamentare del Partito Democratico, che durante l’ultima legislatura è stato co-relatore del regolamento sull’AI. Si tratta, infatti, del primo regolamento sull’intelligenza artificiale, che riguarda sia i fornitori, sia gli utilizzatori dei sistemi. Proprio per il lavoro svolto su questo tema Benifei nel marzo 2024 ha vinto il premio di miglior eurodeputato della legislatura.

La guerra a Gaza

Grande spazio verrà dato al conflitto in corso a Gaza, attraverso importanti ospiti che da anni seguono l’evolversi dello scontro come: il giornalista Gad Lerner, che ha lavorato nelle principali testate italiane e adesso scrive per Il Fatto Quotidiano. La sua ultima pubblicazione è Gaza. Odio è amore per Israele. Dialogherà insieme a Paola Caridi, saggista e giornalista, che da oltre vent’anni si occupa di storia politica contemporanea del mondo arabo e sul quale ha scritto diversi libri a riguardo, tra cui Gerusalemme senza Dio. E alla giornalista Francesca Mannocchi, che si occupa di migrazioni e conflitti, e ha realizzato diversi reportage in Palestina, Siria, Iraq, Libia, Libano, Afghanistan, Egitto, Turchia. Aggiungerà il suo punto di vista all’interno del dibattito anche Anna Momigliano, giornalista e scrittrice, esperta tra le altre cose di Medio Oriente. I suoi articoli sono stati pubblicati da New York Times, Washington Post, The Atlantic e il giornale israeliano Haaretz. Interverrà sul tema anche Antony Loewenstein, giornalista indipendente, film-maker e autore. Il suo ultimo libro è The Palestine Laboratory: how Israel exports the technology of occupation around the world, che ha vinto l’edizione 2023 del Walkley Book Award, il Pulitzer australiano.

Il termometro dei diritti in Medio Oriente

Al Wired Next Fest ci occuperemo anche di Iran. Paese al centro delle cronache per via dei moti Donna, vita e libertà e che sono stati duramente repressi da parte del regime. Faremo il punto con Taghi Rahmani, attivista politico e giornalista iraniano. Rahmani è stato più volte arrestato in relazione al suo lavoro per i giornali fin dal lontano 1981 e in totale ha trascorso più di 16 anni nelle carceri iraniane. La sua costante ricerca della giustizia lo ha portato a essere riconosciuto come “il giornalista più frequentemente incarcerato in Iran” da Reporter Senza Frontiere. Oggi vive in esilio. Ospite del festival è anche l’attivista e autrice iraniana è Pegah Moshir Pour, che è nata in Iran e successivamente si è trasferita con la famiglia in Italia. Oggi racconta il suo paese su Repubblica ed è una delle più importanti voci nella battaglia per l’emancipazione delle donne iraniane.

Dall’Iran ci spostiamo nel vicino Afghanistan, dove, complice il ritorno dei talebani, la condizione femminile è peggiorata rapidamente. Ce lo racconta Fatima Haidari, studentessa e attivista, che ha iniziato l’università nel campo del giornalismo e parallelamente gestiva un programma radiofonico chiamato Winner Women. Prima guida turistica nella storia afgana, stava per iniziare il suo terzo anno di università, quando l’arrivo dei taliban ha bloccato tutto. La sua storia è stata pubblicata su alcuni importanti media come la Cnn, ed è divenuta bersaglio degli estremisti. Per questo motivo è stata costretta a lasciare il paese. Sulla situazione afgana interverrà anche Selene Biffi, imprenditrice sociale e fondatrice di She Works for Peace. Infatti, a seguito della caduta di Kabul nel 2021, Biffi che da più di 10 anni conosce questo territorio, si è subito mobilitata per l’evacuazione delle famiglie dall’Afghanistan e dalla richiesta di alcune donne afgane di ricevere un mano per poter continuare a lavorare che nasce proprio She Works for Peace, un’organizzazione no-profit che, che solo lo scorso anno, ha supportato oltre 300 imprese a gestione femminile.

Oltre la frontiera

Al festival si discuterà anche di migrazioni con Celeste Mosca e Tommaso Basilici, attivisti di Mediterraea Saving Humans, e Pietro Morello, artista e creator, che ha scelto di dedicare la sua vita alla cura e al sostegno dei bambini che si trovano in difficoltà nelle zone di guerra.

Le battaglie per l’uguaglianza

Al Wired Next Fest si dibatterà anche di diritti della comunità lgbtqia+ con Paolo Armelli, giornalista di Wired Italia e Vogue Italia e cofondatore della piattaforma di cultura QUiD Media; Francesco Cicconetti, attivista e content creator, che dal 2017 ha condiviso apertamente il suo percorso di transizione di genere sui social e lo ha raccontato nel romanzo, Scheletro femmina, e l’artista e drag queen milanese Lina Galore, vincitrice dell’ultima edizione del programma Drag Race Italia.

Fonte : Wired