La maggioranza Ursula regge alla prova delle urne

Von der Leyen verso la riconferma – L’Europa si avvia a mettere in campo una nuova maggioranza europeista, che con ogni probabilità sarà guidata nuovamente da Ursula von der Leyen. Il partito popolare è uscito vincitore dalle elezioni, mentre la destra radicale e conservatrice è crescita in diversi Stati membri, ma alla fine la valanga tanto attesa non c’è stata.

Popolari, liberali e socialisti – La presidente in pectore von der Leyen ha già detto che inizierà subito le trattative con liberali e socialisti per la formazione di una nuova maggioranza. I numeri ci sono: insieme i tre gruppi avrebbero 409 deputati, secondo le ultime proiezioni, una netta maggioranza dei 720 parlamentari dell’Assemblea comunitaria. I verdi potrebbero sostenere dall’esterno. 

Terremoto in Francia… – La vittoria del Rassemblement national di Marine Le Pen, che avrebbe ottenuto intorno al 33% dei voti, ha spinto il presidente Emmanuel Macron a sciogliere il Parlamento e convocare elezioni anticipate il 30 giugno. Il capo di Stato rimarrà in carica fino al 2007, ma potrebbe dover presto gestire una maggioranza a lui ostile.

…e (quasi) in Germania – Nessuna crisi politica, ma comunque una netta bocciatura dell’operato del governo è arrivata anche in Germania. L’Spd del cancelliere Olaf Scholz è dato al 13,9%, record negativo nella storia del partito. Male anche i Verdi, che raccoglierebbero l’11,9% delle preferenze, quasi la metà rispetto al 2019. In lieve calo la terza gamba della maggioranza, i liberali, con il 5%. Boom dell’estrema destra Afd con il 15,9

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Il nuovo ciclo istituzionale

Cosa succede in Ue dopo che le urne si sono chiuse in tutti gli Stati membri? Come vi abbiamo raccontato in questa guida, le elezioni europee non servono solo a rinnovare l’emiciclo di Strasburgo ma segnano l’avvio di un nuovo ciclo istituzionale. 

Il risiko dei top jobs – Da oggi inizia quindi il complesso risiko politico che dovrà portare, nei prossimi mesi, a occupare tutte le caselle più pesanti dell’architettura istituzionale del blocco: la presidenza della Commissione, quella del Consiglio europeo e la carica di Alto rappresentante per la politica estera, e ovviamente anche la presidenza dell’Europarlamento. Queste nomine, a eccezione della presidenza dell’Assemblea comunitaria, sono decise dai leader dei Ventisette.

Gruppi parlamentari – Le prime date da segnare sul calendario sono quelle che riguardano l’Eurocamera. Da oggi si aprono i giochi per la costituzione dei gruppi politici in Aula, molti dei quali saranno quelli già presenti, ma alcuni nuovi potrebbero essere creati da zero (come quello in cui potrebbe inserirsi il Movimento 5 Stelle). I gruppi vanno segnalati alla presidenza uscente entro il 15 luglio prossimo, quando scade ufficialmente la nona legislatura. Per creare un gruppo a Strasburgo servono almeno 23 eurodeputati provenienti da almeno sette Paesi membri. I gruppi già esistenti si riuniranno nei giorni tra il 18 giugno e il 3 luglio (si parte con il Ppe, poi sarà il turno dei Verdi/Ale, quindi Socialisti e Sinistra, dopodiché Renew ed Ecr e infine Id). 

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Sessione inaugurale – Dal 16 al 19 luglio si terrà quindi a Strasburgo la sessione costitutiva della decima legislatura, cioè la prima plenaria del nuovo Parlamento (che passerà da 705 a 720 membri). In quest’occasione verrà eletto il nuovo ufficio di presidenza: un (o una) presidente, 14 vicepresidenti e cinque questori. Sarà decisa anche la composizione numerica (e forse anche nominale) delle commissioni parlamentari e delle sottocommissioni. Per l’elezione dei bureau delle commissioni, però, bisognerà aspettare il 22-25 luglio: in queste date inizieranno formalmente i loro lavori e verranno eletti presidenti e vicepresidenti. 

Consiglio europeo – A questo punto, le date diventano più incerte e ruotano intorno alle negoziazioni dei leader nazionali, i quali devono trovare la quadra sulle nomine cui accennavamo prima. Il 17 giugno ci sarà un vertice informale a Bruxelles dove si inizierà ad affrontare la questione. Visto il successo elettorale del Ppe è probabile che l’accordo di von der Leyen arrivi in fretta. Ma la decisione finale sul pacchetto di tutti top jobs arriverà non prima del summit del 27-28 giugno (e forse anche dopo). Il mandato del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, scade il 30 novembre. 

Presidenza della Commissione – Se i capi di Stato o di governo dei Ventisette si accorderanno subito su von der Leyen, l’Aula potrebbe darle la fiducia già nella sessione, giovedì 18 luglio. Altrimenti, se i negoziati tra i leader si protrarranno in estate, il voto dell’emiciclo slitterà alla sessione del 16-19 settembre. Il mandato di von der Leyen scade il 31 ottobre. 

Collegio dei commissari – Tra ottobre e novembre ci saranno infine le audizioni dei commissari, designati dai governi nazionali in accordo con il presidente in pectore del nuovo Collegio: ciascuno dei ventisei candidati sarà “esaminato” prima dalla commissione Giustizia dell’Aula e poi dalla commissione competente per materia, a seconda del portfolio per cui il suo Stato di provenienza l’ha proposto. Il processo si conclude quando il Parlamento conferma la nuova Commissione per intero. Qui la lista che Europa Today ha compilato con i nomi più in vista per ogni Stato membro. 

Consiglio Ue

Affari interni – Giovedì 13 giugno ci sarà in Lussemburgo una riunione dei ministri degli Interni dei Ventisette dove verranno discussi molti temi. Tra questi: lotta agli abusi sessuali sui minori, rinnovo della protezione temporanea per i rifugiati ucraini, innovazioni (soprattutto digitali) relativamente allo spazio Schengen, implementazione del Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo e, infine, lotta alla criminalità organizzata, all’estremismo politico e al terrorismo. 

Giustizia – Sempre nel Granducato si terrà venerdì 14 il Consiglio Giustizia, che si occuperà tra le altre cose del riconoscimento della filiazione di minori tra Stati membri e del contrasto allo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori nonché alla pedopornografia. All’ordine del giorno anche la lotta alla corruzione, il traffico internazionale di droga e la tutela dei diritti fondamentali nell’Unione, a partire dalla salvaguardia della democrazia europea e passando per l’implementazione della Convenzione di Istanbul, cui l’Ue ha aderito nel 2023.

Fonte : Today