Intelligenza artificiale, perché il Vaticano si interessa così tanto?

Fra i player coinvolti nello sviluppo dell’intelligenza artificiale c’è, a sorpresa, anche il Vaticano. Già nel 2020, in netto anticipo rispetto al boom degli strumenti di AI generativa come ChatGPT, il Vaticano, tramite l’ente Pontificia accademia per la vita, ha siglato la lettera d’intenti Rome Call for AI Ethics, insieme a Microsoft, Ibm, Fao e il Dipartimento italiano dell’innovazione tecnologica, per indicare le regole etiche da seguire nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Prima di algoritmi, modelli di apprendimento automatico e supercomputer, la Santa Sede mira a porre le basi per un futuro tecnologico che rispetti la dignità umana. Nel mezzo della rivoluzione tecnologica, il Vaticano si impegna a promuovere – in collaborazione con le altre religioni abramitiche – un utilizzo dell’intelligenza artificiale che rifletta valori umani fondamentali.

Cos’è la Pontifica accademia per la vita

Papa Francesco parteciperà alla sessione del G7 sull’intelligenza artificiale che si svolgerà dal 13 al 15 giugno prossimo a Borgo Egnazia, in Puglia, ma il rapporto fra Vaticano e AI è iniziato da tempo. Fu Papa Giovanni Paolo II con la lettera apostolica Motu Proprio, Vitae Mysterium dell’11 febbraio 1994, a istituire la Pontificia accademia per la vita, la cui sede principale si trova nello Stato della Città del Vaticano. L’Accademia ha un ruolo principalmente scientifico, per la promozione e la difesa della vita umana. Questi obiettivi di ricerca non possono non tenere conto dell’intelligenza artificiale. “L’obiettivo è non solo di garantire che nessuno sia escluso, ma anche di proteggere le libertà che potrebbero essere minacciate dal condizionamento algoritmico”, si legge nella Rome Call for AI Ethics. Papa Francesco chiarisce che questo progresso, come quello della robotica, “può rendere possibile un mondo migliore se è unito al bene comune”.

In questo senso, il pontefice spera in un progresso tecnologico che non aumenti le diseguaglianze nella società, perché altrimenti non si tratterebbe di un progresso reale. L’influenza degli algoritmi e delle imprese private dietro il lancio dei nuovi prodotti tech è al centro delle preoccupazioni dei firmatari della lettera, la quale ogni anno è stata aggiornata in seguito a incontri con la comunità scientifica e i rappresentanti delle altre religioni abramitiche. Per questo ora si parla di algoretica: cioè di etica degli algoritmi. I principali proprietari di social network come Meta e ByteDance e le startup dietro il boom dell’AI generativa come OpenAI al momento non sono ancora state coinvolte, ma la collaborazione fra Vaticano e aziende del calibro di Microsoft e Ibm può aprire la strada a un allargamento necessario degli attori coinvolti per la formazione di regole etiche sulla tecnologia in questione.

La centralità dell’essere umano nella tecnologia

La Rome Call for AI Ethics si concentra su tre aree di impatto fondamentali: etica, educazione e diritti. In termini di etica, la Chiesa sottolinea che tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti, un principio che deve essere riflesso nello sviluppo e nell’uso dell’AI. L’educazione è vista come un mezzo per costruire un futuro sostenibile attraverso l’innovazione, coinvolgendo le giovani generazioni. I diritti devono essere protetti da regolamentazioni che salvaguardino le persone, specialmente i più vulnerabili, e l’ambiente.

I sei principi fondamentali della lettera sono trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità e sicurezza e privacy. La Chiesa ritiene che sia essenziale che la nuova tecnologia sia comprensibile per tutti, non discriminatoria, responsabile, libera da pregiudizi, affidabile e sicura, rispettando sempre la privacy degli utenti. Padre Paolo Benanti, professore straordinario di Etica della tecnologia presso la Pontificia Università Gregoriana e direttore scientifico della Fondazione RenAIssance, nonché membro del New Artificial Intelligence Advisory Board delle Nazioni Unite, a capo del comitato del governo su algoritmi e informazione e consigliere molto ascoltato della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha affermato: “Da sempre, il fine non giustifica i mezzi! Allora, la macchina che in qualche misura può determinare quale mezzo è più adeguato nel perseguire il suo fine, è una macchina che per sua natura ha bisogno di guardrail etici molto ampi, ne. Si tratta piuttosto di trasformare quest’ultima in sviluppo umano”.

Dialogo interreligioso e prospettive future

Di recente si sono svolti in Vaticano degli incontri interreligiosi sui temi dell’AI, nei quali si discutono questioni cruciali come la necessità che la novità rispetti la dignità e i diritti umani, garantendo trasparenza e comprensibilità delle tecnologie. Un’attenzione particolare è rivolta alla protezione della privacy e alla prevenzione delle disuguaglianze. “La fraternità tra tutti è il presupposto per garantire che lo sviluppo tecnologico sia anche al servizio della giustizia e della pace nel mondo”, ha scritto il papa prima di un incontro congiunto con i massimi rappresentanti della religione ebraica e islamica. “Quando la riflessione e il dialogo sui temi dello sviluppo tecnologico si incontrano in uno spirito di fraternità, è possibile trovare percorsi condivisi e soluzioni efficaci per costruire la pace e il bene comune“, dichiara l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e della Fondazione RenAIssance.

Le applicazioni dell’AI possono affrontare problemi globali come la povertà, l’accesso all’istruzione e alla sanità, e la sostenibilità ambientale. La Chiesa incoraggia un approccio collaborativo e inclusivo, in cui nazioni e comunità lavorano insieme per garantire che l’AI benefici tutti, senza lasciare indietro nessuno. La promozione della solidarietà implica anche l’impegno a evitare che l’AI accentui le disuguaglianze esistenti o crei nuove forme di discriminazione, per questo la Santa Sede spinge affinché le multinazionali coinvolte aprano a un approccio etico e ragionato verso le future possibilità tecnologiche. La Rome Call for AI Ethics e i suoi sviluppi sono un passo significativo in questa direzione, stabilendo un quadro etico che può influenzare positivamente l’evoluzione dell’AI su scala globale.

Fonte : Wired