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“Tutta la storia è cominciata nel settembre 2021, quando mia figlia è stata portata in Polonia”. A parlare è il 47enne Filippo Zanella, papà di Noemi, la bimba scomparsa nel 2021, ritrovata e riportata in Italia pochi giorni fa. “Alcuni mesi dopo, a dicembre, non ho più saputo dove si trovasse la mia bambina”, aggiunge Zanella, intervistato da Fanpage.it.
Filippo Zanella, con la figlia Noemi e la nonna della bambina.
“Tutta la storia è cominciata nel settembre 2021, quando mia figlia è stata portata in Polonia“. A parlare è il 47enne Filippo Zanella, papà di Noemi, la bimba scomparsa nel 2021, ritrovata e riportata in Italia pochi giorni fa. “Alcuni mesi dopo, a dicembre, non ho più saputo dove si trovasse la mia bambina”, aggiunge Zanella, intervistato da Fanpage.it.
La piccola Noemi, nata in Italia nel 2014, era partita con la madre verso il Paese d’origine della donna, dove se ne erano perse progressivamente le tracce. Da qui per Zanella è iniziato un incubo durato quasi tre anni. La bambina è stata recuperata mercoledì 5 giugno a Rzeszòv, come ha raccontato durante una conferenza stampa il papà.
Il 47enne Filippo Zanella
“Noi subito dopo la scomparsa abbiamo avviato le procedure di ricerca, denunciando il fatto e tentando di attivare il child alert nel Paese. Ma tutte le richieste che partivano dall’Italia arrivavano lì e diventavano ‘carta morta’. Tutti i provvedimenti disposti qui in Polonia non venivano applicati. Tanto che abbiamo scoperto che mia figlia non era nemmeno stata inserita nella lista delle persone scomparse”, ha raccontato il 47enne.
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“A quel punto mi sono rivolto a tanti investigatori privati, ma non riuscivano proprio a trovare mia figlia. – prosegue l’uomo – In Polonia il sequestro di minori tra familiari a livello nazionale non è reato ed esiste una rete che protegge chi rapisce. Ma anche piccole associazioni che aiutano i genitori a trovare i figli”.
Il 47enne in questi anni è stato sostenuto dalla LUVV (Lega Uomini Vittime di Violenza): “Sui social hanno fatto arrivare la notizia della scomparsa di mia figlia a milioni di persone. – prosegue – Io ero disperato, tutto era bloccato, così a dicembre 2023 mi sono trasferito in pianta stabile in Polonia per effettuare le indagini di persona e per sei mesi ho battuto tutto il territorio”.
La situazione si è sbloccata circa un mese fa, dopo una segnalazione anonima. “Un angelo custode che vorrei ringraziare, ma non so chi sia. Mi è arrivata una lettera in posta prioritaria, dove mi veniva indicato il luogo preciso in cui si trovava mia figlia”, spiega Zanella. “Senza il contributo dell’associazione e di questo misterioso angelo custode, non avremo mai trovato mia figlia“.
La bimba scomparsa nel 2021 e ritrovata in Polonia.
“Vedo con tristezza che alcune istituzioni stanno cercando di prendersi i meriti di questo ritrovamento, – ci tiene a specificare il 47enne – si parla di questa fantomatica ‘task force’, ma io voglio ringraziare le persone che mi hanno davvero aiutato attivamente: la presidentessa della LUVV Rita Fadda, il console Angelo Rella e l’Ambasciata italiana a Varsavia, che mi ha dato supporto per eseguire la procedura di rientro. E soprattutto l’investigatore e i miei avvocati Sofia Carlino, Barbara Urbini e Anna Masciotta, che non hanno mai mollato, sostenendomi anche umanamente”.
Filippo Zanella e la figlia Noemi
“Ritrovare mia figlia è stato un turbine di emozioni, per me e per mia mamma, anche se io, fino al momento del recupero, ho cercato di rimanere il più lucido possibile. Ammetto che c’era tanta rabbia, ma ho cercato sempre di mantenere la massima calma, per non crearle traumi. Vederla all’improvviso, dopo tutti questi anni, è stata una botta molto forte”, racconta ancora il papà di Noemi, ripercorrendo l’incontro.
“Non augurerei una cosa del genere nemmeno al mio peggior nemico. Ringrazio anche i tanti genitori che hanno subito sottrazioni di minori e che mi hanno aiutato e dato indicazioni preziose. Io sono stato fortunato perché ho potuto mollare tutto e trasferirmi in Polonia. – aggiunge Zanella – Ma un genitore senza questa possibilità, e che non può spendere centinaia di migliaia di euro, il proprio figlio o figlia non lo rivede“.
“Immaginate come si sente un genitore che improvvisamente non sa più dov’è il proprio figlio. – conclude il 47enne – Già è un panico per 5 minuti, immaginate estendere questa sensazione per tre anni. Sapendo che ogni giorno che passa tuo figlio sarà sempre più lontano”.
Fonte : Fanpage