Se le fake news sono troppe, non le puoi controllare: così la Russia silura le elezioni europee

Un’ondata di fake news. Secondo un sedicente video di Human Rights Watch i servizi segreti ucraini starebbero utilizzando ricatti e prostitute per costringere i loro connazionali ad arruolarsi. Il 14 marzo scorso, quando il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato della possibilità di mandare soldati francesi in Ucraina, circa 5.300 persone avrebbero cancellato le loro prenotazioni per le Olimpiadi di Parigi. Queste due notizie hanno un paio di cose in comune: sono entrambe false, e sono parte di una campagna filo-russa che sta mettendo alla prova i fact checker europei. Per comprenderne la logica, dobbiamo ricorrere a un altro esempio.

È il 2003 ed il legale di Barbra Streisand intenta un’azione legale contro un sito che aveva pubblicato una foto della villa a Malibu della sua cliente. Il problema, per l’artista e il suo avvocato, è che la causa porta ancora più attenzione sul caso, facendolo diventare virale. Per quanto diversi – la foto della villa era vera, mentre le altre due news sono false – tutti e tre sono esempi dello Streisand Effect, il fenomeno per il quale la censura o il debunking di certe narrazioni finiscono per amplificarne la portata.

Il prezioso lavoro di chi si occupa di combattere le fake news inizia col dare loro importanza, dedicarci tempo e risorse che potrebbero essere spese per altre iniziative. È così che aumentando a dismisura la quantità di informazioni da verificare, prima di capire che sono effettivamente manipolate, si può spostare l’attenzione dei media e spremerne le risorse. E anche quando il debunking effettivamente avviene, anche l’ammissione che ci sia una parte di verità in una fake news può venire utilizzata per darle credibilità.

Attacco ai debunker

È questa la logica di una recente ondata di disinformazione che si è abbattuta sull’Europa durante la campagna per le elezioni europee. Gli obiettivi sono chiari, sovraccaricare i professionisti dell’informazione che si occupano di disinformazione e distrarre l’opinione pubblica, andando a minarne la credibilità. L’aspetto interessante è che in molti casi, via email, viene chiesto di verificare informazioni che gli stessi attori della campagna presuppongono essere false. Si chiama Operation overload, letteralmente operazione sovraccarico. A portarla alla luce è una ricerca, condotta dai fact checker di Check First e Reset, realizzata in collaborazione con 20 altre organizzazioni, mettendo insieme un database di oltre 800 bersagli e 250 messaggi manipolati da diversi attori allineati con le politiche putiniane.

I target principali sono Francia e Germania, ma diverse attività sono in corso anche nel resto d’Europa, compresa l’Italia, e in Ucraina. Tra le notizie che riguardano il nostro paese, ad esempio, c’è quella sulla fantomatica pizza “Diablo Zelensky”, messa nel menu della Pizzeria Locanda alla Romana. Farebbe riferimento al fatto, che la grafica utilizzata dalla pizzeria utilizzerebbe pezzi di corpi di militari ucraini. Anche questa è una fake news, creata per fomentare un dibattito mediatico e interrogativi su quanto questo tipo di pubblicità sia accettabile. L’effetto è quello di creare un generale senso di inaffidabilità dei media, generando confusione e ansia in un’opinione pubblica già sfiduciata nei confronti di istituzioni e giornali.

La Russia alle spalle

Operation overload è l’ennesima campagna di influenza pro Cremlino attiva alla vigilia delle elezioni europee. Come nel caso delle più recenti, vengono utilizzati network coordinati di account, creati al solo scopo di inquinare la narrazione mediatica e creare instabilità. I temi principali sono sempre gli stessi, crisi economica e guerra in Ucraina, a cui si aggiungono le Olimpiadi di Parigi e altri grandi eventi a livello continentale. A venire falsificati o utilizzati impropriamente sono anche i loghi e nomi di organizzazioni media occidentali, non solo le storie che raccontano. Tra le pratiche più raffinate e nuove c’è anche l’uso dei graffiti, manipolati digitalmente, contenuti particolarmente capaci di creare un’idea di resistenza e ribellione nei confronti dello status quo.

Fonte : Wired