Strani buchi neri potrebbero aver influenzato la formazione dei primi elementi

Qualche frazione di secondo dopo il Big Bang, l’Universo potrebbe aver generato microscopici buchi neri con caratteristiche davvero peculiari, i cosiddetti “buchi neri color-charged”. A indicarlo sono i risultati di uno studio pubblicato su Physical Review Letters, firmato da due ricercatori del dipartimento di fisica del Massachusetts Institute of Technology (Mit, Stati Uniti). L’esistenza di buchi neri color-charged è stata in realtà ipotizzata già da tempo, ma il nuovo studio sarebbe il primo a proporre un meccanismo di formazione “realistico” (anche se tuttora ipotetico) per questo tipo di buchi neri.

Buchi neri primordiali…

Siamo abituati a pensare i buchi neri come oggetti di dimensioni mostruose. E non è sbagliato: Sagittarius A*, il buco nero super massiccio situato al centro della Via Lattea, ha una massa pari a circa 4,3 milioni di volte quella del Sole. Tuttavia, da circa una cinquantina di anni a questa parte gli scienziati stanno indagando sulla possibile esistenza dei cosiddetti “buchi neri primordiali”. Si tratterebbe (il condizionale è d’obbligo perché siamo ancora nel mondo delle ipotesi) di buchi neri di dimensioni relativamente piccole rispetto a quelle dei “giganti” che conosciamo meglio, e che si sarebbero formati pochissimi istanti dopo il Big Bang. Secondo questa ipotesi, i buchi neri primordiali, se esistono, potrebbero costituire la misteriosa materia oscura, di cui al momento non capiamo l’origine ma di cui ipotizziamo l’esistenza a causa degli effetti che esercita sugli oggetti visibili, come le stelle.

…e buchi neri color-charged

Ora, i due autori del recente articolo ipotizzano che parallelamente alla formazione dei buchi neri primordiali si siano formati anche buchi neri di dimensioni ancora più piccole, i buchi neri color-charged, appunto. Questi ultimi sarebbero così piccoli da essere “evaporati” poco dopo la loro formazione a causa di un processo quantistico (anche questo ipotetico) noto come radiazione di Hawking, che consumerebbe, per così dire, più velocemente i buchi neri di dimensioni inferiori. Ciononostante, potrebbero aver influenzato una transizione cosmologica chiave: il momento in cui si sono formati i primi nuclei atomici.

Anche se queste creature esotiche e di breve durata non sono presenti oggi, potrebbero aver influenzato la storia cosmica in modi che potrebbero manifestarsi in segnali sottili [ancora, nda] oggi”, conclude David Kaiser, docente di fisica e di storia della scienza al Mit: “Nell’idea che tutta la materia oscura possa essere rappresentata dai buchi neri, questo ci dà nuovi elementi da ricercare”.

Fonte : Wired