Buona la quarta. Dopo i primi tre tentativi andati a vuoto, SpaceX è riuscita finalmente a riportare integra sulla Terra la navicella spaziale Starship, parte del più grande e potente razzo della storia, costruito dall’azienda aerospaziale di Elon Musk per trasportare astronauti sulla Luna e poi, un giorno, verso Marte.
“Nonostante la perdita di molte piastrelle e un flap danneggiato, Starship è riuscita ad finire dolcemente nell’Oceano!” ha scritto proprio Elon Musk, fondatore e amministratore delegato di SpaceX, dopo l’atterraggio in verticale di Starship nell’Oceano Indiano.
Si è trattato di un “splashdown”, vale a dire di un “tuffo” controllato a velocità ridotta direttamente nell’acqua. Stessa sorte è toccata al primo stadio del razzo, chiamato Super Heavy, che è rientrato nell’atmosfera terrestre pochi minuti dopo il lancio avvenuto a Boca Chica, in Texas. Il vettore è sceso dolcemente nelle acque del Golfo del Messico, mentre Starship proseguiva il suo volo.
Il rientro dolce in verticale è fondamentale per recuperare integri i due stadi del razzo prodotto da SpaceX, di modo che questi possano essere riutilizzati con benefici enormi sui costi destinati all’esplorazione spaziale.
Da tempo i razzi Falcon 9 – costruiti sempre da SpaceX e usati da numerosi astronauti per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale – effettuano questo tipo di rientro nell’atmosfera terrestre, atterrando in verticale su una piattaforma galleggiante.
Le “piastrelle” a cui ha fatto riferimento Musk nel suo post su X costituiscono il rivestimento termico che proteggono Starship dalle alte temperature a cui è sottoposta la navicella al rientro nell’atmosfera terrestre. I “flap”, invece, sono superfici mobili montate alla base della navicella che aiutano a controllare l’assetto di Starship durante il volo, in particolare durante il rientro atmosferico.
Le immagini in diretta provenienti da una camera fissata sulla navicella hanno mostrato, in effetti, uno dei flap fortemente danneggiato. Nonostante questo, Starship è riuscita ad atterrare integra. Cosa che nei tre test precedenti non era riuscita.
Sebbene questi problemi tecnici non rappresentino un completo successo, si può dire che il quarto lancio del razzo Starship – costituito dalla navicella riutilizzabile e dal vettore Super Heavy – rappresenta un grande passo in avanti dell’azienda aerospaziale di Musk e, più in generale, dell’umanità.
“Siamo ancora più vicini al riportare gli esseri umani sulla Luna attraverso Artemis, e poi a puntare a Marte” ha scritto – sul social X – Bill Nelson, amministratore della Nasa.
Un lander costruito da SpaceX, una versione alternativa della Starship, farà infatti partre della missione Artemis che riporterà un gruppo di astronauti sulla Luna, dove il primo sbarco è previsto – se tutto andrà secondo i piani – nel 2026.
Fonte : Repubblica