King è stato sfidato dal deputato John Nicolson a comprovare le sue affermazioni, questo perché, finora, nessuno è riuscito a trovare alcuna prova a sostegno del fatto che la “vera” Martha sia stata condannata. Fiona Harvey è da settimane vittima di minacce e insulti, come ha spiegato durante un’intervista nel programma del presentatore britannico Piers Morgan. L’esperienza l’ha lasciata “timorosa di uscire di casa o di controllare i notiziari”, si legge nella querela, aggiungendo di essere “diventata estremamente appartata e isolata, nel timore del pubblico, passando giorni senza uscire di casa”. Contraddicendosi in alcuni punti, ha anche negato di aver inviato a Gadd 41.000 e-mail e 350 ore di messaggi vocali. Dal programma è evidente che il modello di riferimento per Martha è proprio la Harvey, interpretata con impressionante somiglianza dalla Gunning.
Harvey ha negato di aver aggredito sessualmente il creatore dello show, dichiarando, secondo i documenti del tribunale, che Netflix “ha raccontato queste bugie, e non ha mai smesso, perché era una storia migliore della verità, e le storie migliori fanno soldi”. La Harvey ha dichiarato a Bbc News di essere certa che i suoi legali vinceranno la causa. Richard Roth, l’avvocato di New York che la rappresenta, ha dichiarato alla Bbc che non c’è “alcun dubbio” sul fatto che l’identità di Fiona Harvey sia stata usata per la trama di Baby Reindeer, aggiungendo di avere “prove documentali inconfutabili” (un certificato dichiarante che la Harvey non ha condanne penali sulla sua fedina penale) che dimostrano che la sua cliente non è mai stata condannata per un reato.
Fonte : Wired