Padre candidato con il centrodestra, figlio con il centrosinistra. Curiosa vicenda elettorale a Matassino, frazione di Figline e Incisa Valdarno, uno 3700 comuni chiamati al voto per le elezioni amministrative di sabato 8 e domenica 9 giugno.
Socialista da una vita, 76 anni, ex dipendente pubblico ora in pensione, per trent’anni sindacalista Uil, Aldo Marcacci in paese ha buoni rapporti con tutti, a partire dal candidato sindaco del centrosinistra, quello appoggiato dal figlio. “Valerio Pianigiani? Un’ottima persona. Nulla di personale, ma dopo settant’anni di amministrazioni di sinistra serve una svolta”.
La rotonda della discordia
“Le faccio due esempi – continua -. Per fare la nuova rotonda hanno cementificato che è un piacere. E il ponte sull’Arno? La ringhiera è troppo bassa, e il marciapiede non è a norma”, si sfoga Aldo, cresciuto fin da bambino a pane e Psi. “Si figuri, socialista qui dove vinceva sempre il Pci”.
“Mio babbo ha cambiato posizioni, io tengo la barra a sinistra”, replica il figlio Nicola, che di anni ne ha 47 anni e appoggia il candidato Pianigiani (quota Pd) tra le file di Avs, l’Alleanza verdi sinistra. Lui di “passare dall’altra parte” non ne ha proprio voglia. “Mi hanno chiesto di candidarmi per Valerio e se posso dare una mano ad una persona di cui mi fido, lo faccio volentieri. Sui valori fondamentali non si transige”.
“Non è questione, qui in paese, di destra o sinistra. Un’alternanza serve, è il sale della democrazia”, controreplica Aldo, che appoggia dunque Silvio Pittori, il candidato di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, pur se in lista nella civica Alleanza Pittori Sindaco. Perché va bene andare a destra, ma non esageriamo.
Il Presidente partigiano
I due, del resto, sono in qualche modo accomunati da un grandissimo socialista, Sandro Pertini, il presidente partigiano. “È da mio babbo che ho conosciuto le idee di Pertini e me ne sono innamorato”, ricorda Nicola. “Che presidente. Mio padre, il nonno di Nicola, Eroni Marcacci, deportato in Germania dai nazifascisti (un episodio di cui il diretto interessato non parlava mai e che si scoprì solo in punto di morte, ma questa è un’altra storia che merita un racconto a parte, ndr) nel dopoguerra proprio da Pertini fu nominato cavaliere del lavoro”, racconta Aldo.
Storie politiche e personali che affondano le radici nel secolo scorso. “Alla fine con mio padre abbiamo gli stessi valori. I politici devono essere a disposizione dei cittadini. Io sto con Valerio (il candidato sindaco del centrosinistra Pianigiani, ndr), perché lo conosco, so di che pasta è fatto, uno da sempre impegnato in prima persona, in paese e nel mondo. Ha seguito, un esempio tra tanti, la costruzione di scuole in Camerun”, motiva la sua scelta Nicola.
“Siamo sempre stati aperti e favorevoli all’accoglienza. Ricordo quando Nicola, era bambino, mi presentò un ragazzino arrivato dallo Sri Lanka. Lo portò a giocare a basket con gli amici e lo accogliemmo in casa fosse uno di famiglia”, concorda babbo Aldo. Non proprio, l’accoglienza, a dirla tutta, un valore fondante di questa destra. “Le ripeto, a livello locale si vota la persona, chi meglio può risolvere i problemi dei cittadini. E poi, dopo tanti anni un cambiamento proviamolo. Un po’ di opposizione al centrosinistra non può che far bene”, assicura Aldo, intercettato tra un impegno e l’altro.
Vinca il migliore
I rapporti, tra padre e figlio, assicurano comunque entrambi, “non sono mai stati così buoni”. Vinca il migliore allora? “Certo, spaghettata insieme e brindisi al vincitore non ce li toglierà nessuno. La diversa visione politica non ci dividerà”. Chissà, magari la famiglia Marcacci alla fine sbarcherà tutta in Comune, con Aldo e Nicola a fronteggiarsi, da banchi opposti, in consiglio comunale. Finita la tenzone, però, bicchier di vino e piatto di pasta insieme: “Quelli non ce li toglie nessuno”.
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Fonte : Today