Perché “Spitzenkandidat” è una parola chiave per capire le elezioni europee

Con le elezioni europee si torna a parlare anche degli Spitzenkandidaten, una parola che piano piano si sta facendo largo nel vocabolario politico anche degli italiani (anche se ancora sconosciuta ai più probabilmente). Si tratta dei ‘candidati di punta’ (questo il significato della parola in tedesco) dei partiti politici europei per la presidenza della Commissione. Ursula von der Leyen, la presidente uscente, è quella ad esempio dei popolari.

Quella degli Spitzenkandidat è una consuetudine relativamente recente, che è stata inaugurata due elezioni fa, nel 2014. Fu allora che i deputati del Parlamento europeo pensarono a questa innovazione per avere voce in capitolo sulla scelta della carica più importante delle istituzioni comunitarie, una scelta che però secondo i trattati spetta al Consiglio europeo, quindi ai 27 capi di Stato e di governo. Alle elezioni del 2014 l’Aula tentò un colpo di mano, in un momento in cui i leader delle varie famiglie politiche europee erano personaggi piuttosto conosciuti e carismatici.

I popolari proposero il lussemburghese Jean-Claude Juncker, i socialisti il tedesco Martin Schulz (il politico che Silvio Berlusconi chiamò una volta in Aula a Strasburgo kapò, scatenando un putiferio), i liberali il belga Guy Verhofstadt e la sinistra il greco Alexis Tsipras, all’epoca al massimo della sua popolarità mondiale (che fu poi erosa dall’esperienza di governo).

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Quando i popolari vinsero le elezioni, il Consiglio europeo accettò la scelta ed effettivamente nominò Juncker, molto stimato in Europa e già presidente dell’Eurogruppo, facendo esultare il Parlamento europeo, che festeggiò questa straordinaria vittoria della democrazia. Ma le cose alle elezioni successive, quelle del 2019, non filarono lisce allo stesso modo. Allora i popolari proposero il tedesco Manfred Weber, il loro poco carismatico e molto rigido leader in Aula. Stavolta la scelta non ebbe lo stesso successo tra i leader Ue e così, nonostante i popolari avessero vinto le elezioni, al suo posto fu selezionata proprio von der Leyen, cosa che fece infuriare i deputati (che però alla fine accettarono la cosa).

Per questo adesso non è sicuro che la popolare tedesca venga riconfermata al suo ruolo, nonostante con ogni probabilità i popolari vinceranno ancora una volta. Oltre a lei, gli altri Spitzenkandidaten sono il commissario lussemburghese Nicolas Schmit (Pse), il “team Europe” composto da Valérie Hayer, Sandro Gozi e Anne-Marie Strack-Zimmermann (Renew), gli eurodeputati Terry Reintke e Bas Eickhout (Verdi) e Walter Baier, cui si aggiungono Valeriu Ghiletchi (per il Movimento cristiano politico europeo) e Maylis Roßberg e Raül Romeva (per l’Alleanza libera europea).

Questo articolo e questi video fanno parte della rubrica “Europedia: il Trilogo e altri misteri dell’Unione”, prodotta in media partnership con Rai Radio 2, all’interno del programma Caterpillar, condotto da Massimo Cirri e Sara Zambotti.

Fonte : Today