Migranti in Albania: quello che Giorgia Meloni non dice

“Se i centri fossero stati già funzionanti avremmo già accolto qui 5.500 persone” ha detto la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa che si è svolta a Shengjin, per l’inaugurazione di uno degli hotspot frutto dell’accordo sui migranti con l’Albania. In realtà, i numeri sciorinati dalla premier in quello che per le opposizioni è stato uno spot elettorale sulla pelle dei “poveri cristi” che attraversano il Mediterraneo in cerca di una vita migliore, sono molto distanti dalla realtà. 

Un’operazione da un miliardo a carico della collettività

“Con l’attuale capienza a pieno regime e considerando i migranti non accolti in Italia avremmo risparmiato 136 milioni di euro”, ha continuato la presidente del Consiglio parlando in Albania, omettendo però i reali costi dell’operazione. Come abbia calcolato il risparmio non è dato saperlo: la verità è che solo le trasferte del personale italiano che dovrà operare nei centri costeranno 138.000 euro al giorno, per un totale di 250 milioni. Il costo di tutta l’operazione, dalla realizzazione dei centri agli stipendi del personale, tutti rigorosamente a carico degli italiani, è per ora di 718 milioni, a cui ne andranno agiunti altri 134 per la gestione dei servizi nei due centri. E poi gli spostamenti: le navi private che trasporteranno appena 800 migranti al mese in quattro viaggi costeranno 13,5 milioni. 

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Ma quanti saranno realmente i migranti che verranno spostati in Albania? Anche qui le cifre del governo si scontrano con la realtà: nei piani di Meloni, quando i centri andranno a regime, ci sarà un turnover di tremila migranti al mese per un totale di 136 mila migranti l’anno. In realtà quel numero fa riferimento al numero massimo di migranti che potranno restare nei due centri costruiti nelle aree portuali di Shengjin e quella di Gjader per un tempo massimo di 18 mesi. Oltre quel numero non ne entrano altri. Tradotto: più saranno i migranti trattenuti in Albania e meno se ne potranno trasferire.

I costi dell’accordo Italia-Albania: 13,5 milioni solo per affittare una nave per trasportare i migranti 

Quelli che lasceranno i centri albanesi e torneranno in Italia, con le spese di trasporto sempre a carico del contribuente, in alcuni casi resteranno sul territorio nazionale perché avranno ottenuto il diritto d’asilo, in altri dovranno essere rimpatriati con la stessa procedura che si applica per i migranti dei Cpr in Italia, quella che al momento consente di rimpatriarne circa 400 al mese: lo scorso anno, su circa 150 mila migranti sbarcati, quelli rimpatriati nei Paesi d’origine sono stati appena 4.753. 

Il miraggio della deterrenza

La speranza di Giorgia Meloni è che la mini-crociera a carico degli italiani funga da deterrente e convinca i migranti che partono dalle coste libiche e tunisine a non affrontare il viaggio. Per la premier il rischio di finire reclusi in Albania dovrebbe essere un deterrente. A occhio una speranza vana visto che i migranti sono partiti anche quando erano in vigore i “decreti sicurezza” di Matteo Salvini e gli sbarchi sono più che raddoppiati nel primo anno del suo governo. Va da sé che difficilmente le partenze diminuiranno perché qualcuno farà girare la voce che poche migliaia di persone, nei prossimi cinque anni, faranno su e giù con l’Albania.

Conte: “Uno spot che costerà carissimo agli italiani”

Nel frattempo le opposizioni tornano ad attaccare la premier: “A poche ore dal voto – tuona il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte – Giorgia Meloni trova il tempo per recitare uno spot elettorale in Albania, uno spot che costerà carissimo agli italiani. Parliamo di quasi un miliardo, e non solo: distrazione di forze dell’ordine, operatori sanitari portati in Albania per assistere mille migranti alla volta, per poi riportarli in Italia. Giorgia Meloni, perché coi soldi degli italiani giri questi spot elettorali? Non sarebbe stato meglio impiegare questo miliardo per la sanità, piuttosto che fare quella buffonata di decreto che non ha risolto nulla?”. Sulla stessa linea la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: “Un enorme spreco di denaro – spiega – per un progetto che lede i diritti fondamentali delle persone. Noi siamo stati sin dall’inizio contrari a questo cinico accordo. Questo spottone elettorale, che arriva a costare più di 800 milioni che avremmo potuto spendere per la sanità pubblica, serve solo alla premier”.

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Interrogazione in vigilanza per la diretta su RaiNews

E diventa un caso anche l’ennesima diretta “istituzionale” di RaiNews, che in piena campagna elettorale ha mandato in onda l’intera conferenza stampa della presidente del Consiglio in Albania, un monologo che conteneva anche attacchi alle opposizioni e alla stampa italiana. Anche su questo le minoranze hanno protestato e promettono battaglia nelle sedi istituzionali: “Il direttore di Rai News, Paolo Petrecca, c’è cascato di nuovo”, spiega il capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto, che aggiunge: “Ancora una volta, in piena campagna elettorale, ha utilizzato la rete all-news del servizio pubblico come palcoscenico privilegiato per Giorgia Meloni, questa volta dall’Albania per promuovere il mega spot sui migranti a pochi giorni dalle elezioni. Siamo in presenza a nostro avviso dell’ennesima violazione sostanziale del principio di parità che sovrintende l’informazione nel periodo pre-elettorale. Porteremo questa vicenda all’attenzione della commissione di Vigilanza, ma soprattutto ci chiediamo con sgomento se un giornalista così smaccatamente schierato possa continuare a guidare una testata come RaiNews”.

Fonte : Today