Liste di attesa, per quali visite, esami e dove sono più lunghe

Le liste di attesa nella sanità sono diventate uno dei principali dossier politici in Italia negli ultimi giorni, trasformandosi in un nuovo terreno di scontro tra governo e opposizioni. Per comprendere meglio la situazione, è stato presentato un nuovo monitoraggio sulle liste di attesa, elaborato da Federconsumatori e Fondazione Isscon, con il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil. Il report ha fornito un quadro dettagliato dei tempi massimi di attesa per le prestazioni sanitarie in Italia, analizzando oltre quaranta aziende sanitarie locali e dieci aziende ospedaliere. I dati raccolti si riferiscono per l’85% ad aprile 2023 e per il restante 15% a marzo, giugno e luglio 2023.

I risultati del monitoraggio

Il report evidenzia che i tagli alla sanità e la carenza di personale continuano a causare ritardi e disservizi, aumentando i costi. L’analisi considera anche il contesto sanitario, sociale, economico e territoriale, sottolineando le disuguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie: i tagli al Fondo sanitario, le differenze tra regioni e l’aumento della spesa privata per le cure, che nel 2021 ha raggiunto i quarantuno miliardi di euro, contribuiscono a un quadro critico per la sanità in Italia.

Questa situazione è particolarmente grave al Sud, dove i servizi sono meno efficienti e la migrazione sanitaria è più alta. Il monitoraggio ha anche rilevato difficoltà di accesso ai dati sui portali regionali e aziendali, con percorsi tortuosi e poco accessibili, e la mancanza di informazioni sui percorsi di tutela per i cittadini in caso di mancato rispetto dei tempi di attesa.

Secondo l’osservatorio, solo 3 regioni (Toscana, Emilia-Romagna e Umbria) hanno migliorato i tempi di performance rispetto ad aprile 2023. Peggiorano, invece, le performance regionali nel Lazio, in Puglia e in Veneto. E i tempi di attesa fotografati dal monitoraggio di Federconsumatori rilevano attese lunghissime sino a 735 giorni per una ecodoppler cardiaca.

I record di attesa

I dati ci fotografano una sanità in grave difficoltà, sia nelle modalità di rilevamento dei dati che nei tempi di erogazione delle prestazioni. Ecco una panoramica dei tempi di attesa più significativi per le visite specialistiche e gli esami diagnostici in Italia.

Tempi di attesa per le visite specialistiche

Visita oculistica

  • Presidio Ospedaliero di Legnano, Lombardia: 677 giorni per una prima visita.
  • Distretto di Gemona, Friuli: 523 giorni in classe P.
  • Azienda sanitaria dell’Ogliastra, Sardegna: 388 giorni in classe P.

Visita endocrinologica

  • Poliambulatorio di Portorica, Messina: 612 giorni in classe B.
  • Azienda sanitaria di Nuoro, Sardegna: 528 giorni in classe P.
  • ASL di Chiavari, Liguria: 427 giorni in classe P.

Visita gastroenterologica

  • Azienda sanitaria di Asti, Piemonte: 611 giorni in classe D.

Visita cardiologica

  • Presidio Ospedaliero di Cuggiono, Lombardia: 426 giorni per una prima visita.
  • Presidio di Cividale, Friuli: 411 giorni in classe P.

Visita dermatologica

  • Distretto di San Daniele, Friuli: 496 giorni in classe P.
  • ASL 4 di Chiavari, Liguria: 356 giorni in classe P.

Visita urologica

  • Presidio Ospedaliero di Udine, Friuli: 482 giorni in classe P.
  • Valle d’Aosta: 273 giorni per una prima visita.

Visita vascolare

  • Provincia Autonoma di Bolzano: 400 giorni per una prima visita.
  • Presidio di Abbiategrasso, Lombardia: 273 giorni per una prima visita.

Visita neurologica

  • Azienda sanitaria Napoli 1 Centro, Campania: 351 giorni in classe P.

Visita ginecologica

  • Presidio Ospedaliero di Tolmezzo, Friuli: 342 giorni in classe P.

Visita fisiatrica

  • Presidio Ospedaliero di Magenta, Lombardia: 310 giorni per una prima visita.

Visita pneumologica

  • Poliambulatorio di Messina: 354 giorni in classe B.
  • Azienda sanitaria Napoli 1 Centro, Campania: 361 giorni in classe P.

Visita oncologica

  • AFO di Crotone: 176 giorni per una prima visita.
  • Azienda sanitaria Napoli 1 Centro, Campania: 176 giorni in classe P.

Tempi di attesa per esami diagnostici

Ecodoppler cardiaca

  • Ospedale di Magenta, Lombardia: 735 giorni di attesa.
  • Distretto di Tarcento, Friuli V.G.: 603 giorni in classe P.

Colonscopia totale

  • ASL 4 di Chiavari, Liguria: 645 giorni in classe P.
  • Presidio di Palmanova, Friuli: 600 giorni in classe P.
  • Presidio di Milazzo, Messina: 546 giorni in classe P.

RM alla colonna

  • Ospedale di Magenta, Lombardia: 546 giorni.
  • Azienda sanitaria della Sardegna: 428 giorni in classe P.
  • Presidio Ospedaliero di Udine, Friuli: 329 giorni in classe P.

Mammografia bilaterale

  • Ospedale di Udine, Friuli: 482 giorni.
  • Azienda sanitaria Napoli 1 Centro, Campania: 365 giorni in classe P.
  • Provincia Autonoma di Bolzano: 365 giorni in classe P.

Ecografia all’addome

  • Presidio di Milazzo, Messina: 545 giorni in classe B.

Ecografia ginecologica

  • Presidio Ospedaliero di Udine, Friuli: 458 giorni in classe P.
  • Presidio di Magenta, Lombardia: 251 giorni di attesa.

Elettrocardiogramma

  • Azienda sanitaria Napoli 1 Centro, Campania: 118 giorni in classe di urgenza e 403 giorni in classe D.

Fotografia del fundus

  • Presidio lombardo di Abbiategrasso: 682 giorni di attesa, per una fotografia del fundus;
  • Distretto friulano di Gemona: 523 giorni di attesa.

Elettromiografia semplice agli arti

  • P.A. Bolzano: 328 giorni;
  • Azienda Ospedaliera sarda di Cagliari: 327 giorni, in classe D;
  • Azienda abruzzese di Pescara: 329 giorni, in classe P.

Le liste di attesa riportate sono preoccupanti e indicano una sanità in seria difficoltà, con diseguaglianze significative nella tempestività delle cure offerte.

Le misure del governo

Di fronte ai problemi del settore, negli ultimi giorni il governo ha discusso un decreto legge per ridurre le liste di attesa delle prestazioni sanitarie: secondo molti si tratta di un provvedimento arrivato a Palazzo Chigi più in ottica pre-elettorale che come piano concreto. Approvato dal Consiglio dei ministri il 4 giugno 2024, il decreto prevede misure come l’estensione degli orari per visite ed esami anche nei weekend, la creazione di una piattaforma di monitoraggio gestita dall’Agenas e l’interoperabilità dei sistemi regionali, ma senza fondi dedicati.

Il governo ha introdotto anche una struttura ispettiva dedicata, l’implementazione dei Centri unici di prenotazione regionali e l’accesso alla telemedicina per medici di famiglia e pediatri. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha infine annunciato l’aumento del tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario dal 10% al 15%, con l’intenzione di eliminare completamente questo tetto dal 2025.

Fonte : Wired