Liste di attesa record in Lombardia, in 4 milioni rinunciano alle cure: i dati

“La salute non può attendere” è il titolo del monitoraggio sul 2023 e i primi 4 mesi del 2024 realizzato da Federconsumatori con la Fondazione Isscon e il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil, dove si scoprono tempi lunghissimi in quasi tutta Italia

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Il primato se lo aggiudica la Lombardia con 735 giorni di attesa per un’ecodoppler cardiaca all’Ospedale di Magenta. 677 giorni a Legnano (Milano) per una prima visita oculistica, per la stessa visita ne servno 523 a Gemona (Udine). Drammatica la situazione anche in Liguria dove a Chiavari servono 645 giorni per una colonscopia e 356 giorni per una visita programmata dermatologica (il limite massimo è di 120 giorni).

Il report di Federconsumatori

È la fotografia drammatica che emerge dal report “La salute non può attendere” monitoraggio sul 2023 e i primi 4 mesi del 2024 realizzato da Federconsumatori con la Fondazione Isscon e il contributo dell’Area stato sociale e diritti della Cgil. I dati fanno emergere tempi lunghissimi in quasi tutta Italia per riuscire ad avere una prestazione medica, ma anche migrazioni sempre da Sud verso Nord – alla ricerca di servizi sanitari migliori. A causa dei ritardi e dei disservizi, la sanità privata, per che per chi può permetterselo, è diventa scelta obbligata (arrivata a 41 miliardi di euro) mentre ci sono circa 4 milioni di persone che si vedono costretti a rinunciare alle cure.

Tagliare le liste d’attesa

Il governo Meloni sta cercando di limitare questa situazione con il decreto appena approvato dal Consiglio dei ministri per tagliare le liste d’attesa che prevede, tra le altre cose, l’obbligo per tutte le regioni di avere un Centro unico di prenotazioni, cosa che aiuterebbe a gestire meglio i tempi e a monitorare le difficoltà.

Non esiste un mointoraggio omogeneo

Mimma Iannello, responsabile area welfare di Federconsumatori e autrice del monitoraggio ha spiegato al Corriere delle Sera, che ad oggi non esiste un sistema omogeneo di monitoraggio delle prestazioni sanitarie, ogni regione va un po’ per conto suo e lo stesso “ministero della Salute non è ancora nelle condizioni di pubblicare una rendicontazione nazionale sulle liste d’attesa”. Ma questo, sottolinea Iannello, “si traduce in un problema di trasparenza: come si possono assegnare le risorse alle Regioni se non si conoscono tutti i dati?”.

Dottori e infermieri dell'associazione SIMEU (Società italiana medicina di emergenza-urgenza) a piazza SS. Apostoli per denunciare la carenza di personale, Roma, 17 novembre 2021. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

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Le Regioni virtuose

Nel monitoraggio figurano anche regioni virtuose come Toscana, Emilia-Romagna e Umbria che rendono visibili i dati in tempo reale e che nei primi 4 mesi del 2024 sono riuscite a migliorare le rispettive performance riducendo i tempi di attesa rispetto al 2023: +8,22%; +0,02%; +0,66%. In peggioramento invece il Lazio con un calo del 14,61%, Puglia (-1,64%) e Veneto (-1,45%). Rendere disponibili e accessibili i dati in tempo reale, non avviene invece per Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia e Sicilia, che non hanno alcun tipo di monitoraggio aggregato, né possibilità di reperibilità di dati, perché utilizzano ancora il cartaceo.  

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Fonte : Sky Tg24