Sweet Tooth 3: non il finale perfetto, ma quello di cui avevamo bisogno

Il 6 giugno su Netflix sono usciti gli 8 episodi della terza e ultima stagione di Sweet Tooth, la serie tv fantasy tratta dai fumetti di Jeff Lemire che hanno come protagonista un ragazzo-cervo che lotta per la sopravvivenza della sua specie ma anche di quella umana “tradizionale”. 

Se come noi seguite questa serie tv dai suoi inizi, tre anni fa, è probabile che attendiate con impazienza di vedere la fine di questa storia, così drammatica eppure anche così dolce: prima di parlare del finale, però, vediamo insieme la trama (senza spoiler) di Sweet Tooth 3 e analizziamone pregi e difetti secondo il nostro giudizio.

Di cosa parla Sweet Tooth 3

Come si intuiva dal finale della stagione 2, in Sweet Tooth 3 il centro dell’azione è collocato in Alaska. È lì che ha deciso di andare Gus, dopo aver visto la sua “mamma” Birdie in una visione indotta dai fiori viola, da cui il nostro ragazzo cervo ha capito che la dottoressa Miller è in pericolo e deve essere aiutata per la sua missione in una grotta misteriosa. 

E mentre Gus si dirige verso nord insieme a Jep, Wendy e Becky, anche il dottor Singh segue la stessa direzione, sulle tracce di Gus per realizzare la propria visione. Infine, il viaggio tra i ghiacci è nel destino anche del clan Zhang, i padroni del Texas che Abbott aveva contattato nella scorsa stagione, determinati a raggiungere Gus e Birdie per porre fine al Morbo e alla nascita degli ibridi. 

Ci si prepara dunque al classico scontro finale tra buoni e cattivi, con in ballo il futuro degli uomini e degli ibridi, e scopriremo anche perché è tutto iniziato lassù molto tempo prima. Noi però non sveliamo oltre per non rovinarvi la visione, e se non l’avete ancora fatto vi suggeriamo di guardare il trailer di Sweet Tooth 3

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Il nostro parere su Sweet Tooth 3

Questa stagione finale di Sweet Tooth è tutt’altro che perfetta. Al di là degli espedienti usati per mascherare il fatto che Christian Convery non ha più dieci anni (ma comunque sempre meglio dell’effetto straniante di Stranger Things), ci siamo stupiti nel notare che alcuni percorsi narrativi (leggasi “personaggi”) che la scorsa stagione aveva lasciato aperti non sono stati ripresi, e altri non sono stati sviluppati quando forse meritavano di più. 

Ma per quanto imperfetta, Sweet Tooth 3 è la stagione finale di cui avevamo bisogno. Perché porta la storia alla sua naturale conclusione, e lo fa con quel mix di dolcezza e dramma, di amore e odio che contraddistingue Sweet Tooth dal primo episodio. Ci siamo ormai così affezionati ai personaggi principali, e anche a quelli secondari, che vederli giungere al termine del loro percorso è allo stesso tempo liberatorio ma anche triste. Jim Mickle, che ha adattato i fumetti di Lemire, è riuscito nell’impresa di accompagnarci in questo lungo viaggio senza mai tradire i valori dei suoi personaggi (nonostante le numerose e sensibili differenze con il ben più cupo fumetto), lasciandoci per sempre il ricordo di una serie commovente e istruttiva, imperfetta in qualche passaggio ma memorabile per la sua autenticità. Nonostante corna di cervo, musetti da maialino e tutto l’universo ibrido che ci è ormai divenuto familiare. 

Voto: 7.7

Fonte : Today