Difesa, diritti, Gaza e gli altri temi scelti dagli italiani sui social in vista delle elezioni europee

Le elezioni europee hanno sempre e storicamente interessato poco gli italiani, nonostante quello che possono sostenere (a seconda della necessità) i vari leader politici. A ulteriore conferma ci sono sia lo scarso spazio lasciato dai partiti ai temi europei nella loro comunicazione sui social network sia la scarsissima attenzione riservata a questo argomento dagli italiani stessi.

A pochi giorni dal voto, l’Italia è al 16esimo posto per interesse sulle Europee manifestato nelle ricerche fatte online dalle persone: dietro ci sono solo Cipro, Lituania, Irlanda e Belgio. Secondo l’analisi condotta per noi da DeRev, la stessa società che ci aveva aiutati ad approfondire il caso Ferragni e a prevedere la vittoria di Angelina Mango a Sanremo, a maggio i più coinvolti sono stati gli under 34, che rappresentano quasi il 71% delle ricerche online e dell’attività social sulle Europee, e il tema che emerge come fondamentale è quello della sicurezza militare. Sarà il non facile periodo storico, ma gli italiani si aspettano dall’UE soprattutto che li difenda.

google trends: le ricerche in Italia sui temi legati al voto

Italiani neutrali (sui social) nel 56,58% dei casi

Entrando nel dettaglio dell’analisi sul volume globale dei contenuti pubblicati online relativamente all’Europa e alle Europee, i più attivi nell’ultimo mese sono risultati gli uomini e i professionisti del settore (come politici e giornalisti), tendenzialmente con un livello di istruzione elevato.

Nel mese di maggio, quello più intenso perché più vicino alla data del voto, in Italia sono stati pubblicati online quasi 323mila contenuti legati alle Europee, che hanno generato poco più di 2,5 milioni di interazioni; a pubblicarli sono stati uomini nel 67,2% dei casi e donne nel 32,48%. Il sentiment, cioè l’atteggiamento delle persone (quello che sui social si esprime con like, cuori, faccine arrabbiate, tristi e così via), è per la stragrande maggioranza neutro: nel 56,58% dei casi, il post lascia indifferente la persona che se lo trova davanti agli occhi. Che è un po’ una sorpresa, soprattutto per quei politici abituati a basare la comunicazione sulla pancia più che sulla testa.

Salvini e il caso dei tappi delle bottiglie

Fra questi c’è sicuramente Matteo Salvini, da anni noto per sui social per l’innegabile capacità di fare engagement (coinvolgere le persone, insomma) con provocazioni e populismo: di recente si è molto parlato di lui proprio per questo, cioè per i due post dedicati alla famiglia tradizionale e ai tappi delle bottiglie di quelli che “ce li chiede l’Europa”. Come sono andati questi due post, entrambi di maggio ed entrambi decisamente legati al voto? Bene, se non addirittura molto bene: quello con la grafica dell’uomo incinto è stato addirittura il suo secondo miglior post del mese (85mila interazioni e una post interaction del 3,7%); quello sulle bottiglie è fra i primi 10, con 49mila interazioni  e una post interaction del 2,15%.

A giudicare i numeri nel loro complesso e nel contesto salviniano, secondo gli analisti di DeRev si tratta “sicuramente di due iniziative che hanno riscosso successo“, ma comunque “nulla che gli abbia fatto sfondare il muro della sua solita audience”. Rientrano nella sua abituale comunicazione, rivolta al suo abituale pubblico, che infatti ha risposto come ci si poteva aspettare.

facebook: il post di Salvini sui tappi e l’Europa

I 5 temi che più hanno interessato gli italiani

Secondo gli analisti di DeRev, gli argomenti che più hanno attirato la nostra attenzione, ordinati con un punteggio da 0 a 100 in base alle interazioni generate sui social e online, sono stati sostanzialmente cinque.

Innanzi tutto e come detto, la guerra in Ucraina (punteggio di 77 su 100) e appunto il timore per la sicurezza: dopo il picco iniziale in concomitanza con l’invasione da parte della Russia, l’interesse è andato scemando gradualmente e sensibilmente nel corso del tempo. E però, è tornato a crescere proprio nel 2024 e soprattutto nell’ultimo mese. Su Google Trends, le ricerche più comunemente associate sono Estonia, Putin e truppe Nato.

Subito dopo, ma a una distanza impressionante, la questione dei diritti, della parità di genere e del gender gap (punteggio di 7 su 100): l’interesse è letteralmente esploso a dicembre 2020 ed è cresciuto nel tempo fino a oggi, ma evidentemente non abbastanza da superare le preoccupazioni delle persone per la loro incolumità. Nelle ultime due settimane si è registrata anche una crescita di attenzione per l’uguaglianza retributiva e i diritti della comunità LGBTQ+. Le ricerche associate sono gender equality, donne e Agenda 2030.

A differenza della guerra in Ucraina, il picco di interesse per quello che sta accadendo a Gaza (punteggio di 6 su 100) non si è registrato all’inizio, cioè ad autunno 2023, ma ad aprile 2024. Da allora è andato gradualmente a diminuire, con un picco a fine maggio legato all’operazione militare a Rafah. Le ricerche associate sono Israele, Hamas, Rafah, Palestina e Putin.

Con un punteggio di 2 su 100, la crisi climatica e la transizione energetica hanno ancora meno spazio nella testa degli italiani: su Internet, l’interesse è emerso a inizio 2023 e da allora è cresciuto senza interruzioni, raggiungendo il picco relativo intorno all’ultimo trimestre dell’anno. Sul tema spicca l’attenzione per la transizione energetica (evidentemente con i suoi costi) prima ancora della crisi climatica, mentre le ricerche associate sono appunto transizione ecologica, decarbonizzazione, PNRR e Green Deal.

Infine, l’immigrazione e i migranti, che per gli italiani, almeno in relazione al voto per le Europee, hanno poco o nessun valore (il DeRev Score è infatti 0 su 100): online e sui social, questo tema ha raggiunto il picco d’interesse fra il 2019 e i primi mesi del 2020, per poi calare nel tempo. È tornato a salire lievemente da novembre 2022 a settembre 2023, nel 2024 ha esordito in maniera stazionaria e negli ultimi 30 giorni ha registrato una nuova diminuzione.

Di che cosa hanno parlato i politici?

Alla luce di queste informazioni, è interessante capire di che cosa abbiano dibattuto i principali leader politici sui social nell’ultimo mese, quali siano le parole che hanno usato di più e vedere come si siano (o non si siano) avvicinati a quello di cui volevano sentire parlare i potenziali elettori.

Fra gli esponenti di governo, la premier Meloni ha parlato soprattutto di Chico Forti, criminalità, donne, famiglia e sicurezza; Salvini si è prevedibilmente focalizzato su famiglia, guerra, Islam, Macron, polizia, porti, preghiera, sicurezza, Vannacci e violenza; e Tajani su Agricoltura e Ambiente, Gaza, Georgia e Sugar Tax.

Dall’opposizione c’è chi ha toccato le corde giuste e chi meno: Schlein si è occupata soprattutto di accoglienza, diritti, donne, famiglia, Gaza, salario minimo e sicurezza; Conte di ambiente, animali, diritti, donne, Gaza, pace, retribuzione e salario minimo; Renzi di famiglia, Jobs Act, Redditometro, tasse e Ursula; e Calenda di ambiente e Green Deal, difesa europea, diritti, Gaza, nucleare, politica industriale e Ucraina.

@capoema

Fonte : Repubblica