I birmani secondi acquirenti di proprietà immobiliari in Thailandia dopo i russi

Dopo il collasso dell’economia dovuto al conflitto civile in Myanmar, sempre più capitali sono stati collocati al di fuori del Paese, in maniera simile a quanto accaduto in Russia con lo scoppio della crisi ucraina. Negli ultimi giorni la giunta militare al potere ha arrestato decine di persone accusate di riciclaggio per mezzo di acquisizioni immobiliari all’estero. 

Bangkok (AsiaNews) – I birmani sono tra i maggiori acquirenti stranieri di proprietà immobiliari in Thailandia. I dati più recenti mostrano che, dopo l’ingresso tra i primi 10 investitori per nazionalità sul mercato immobiliare thailandese nel 2022, nel primo trimestre di quest’anno i birmani sono saliti perfino secondo posto dopo i russi.

Un fenomeno che ha a che fare con la guerra civile in corso e con la necessità di collocare ingenti capitali al di fuori del Paese, ma con si intreccia anche con attività speculative e illegali. Le stesse ragioni muovono gli investitori russi verso il sud-est asiatico dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

A seguito del colpo di Stato militare del 2021, gli investimenti stranieri in Myanmar si sono drasticamente ridotti e le sanzioni imposte alla giunta al potere hanno ulteriormente indebolito l’economia. Secondo i dati del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, il tasso di povertà è raddoppiato rispetto al 2017, passando dal 24,8% al 49,7 %. La stampa senza limiti di banconote da parte del regime e le crescenti spese belliche hanno ulteriormente drenato le risorse rimaste.

Questo spinge chi ha capitali ancora disponibili a dirottarli altrove, con le difficoltà dovute al cambio “nero” assai più sfavorevole per l’acquisto di valuta straniera rispetto a quello ufficiale, e superando i vincoli imposti dalla legge e resi ancora più stringenti dalla giunta golpista.

Negli ultimi giorni si sono verificate decine arresti di individui accusati di riciclaggio proprio per mezzo di acquisizioni immobiliari all’estero. Nonostante il deprezzamento della valuta locale, il kyat, in Myanmar grandi ricchezze e capitali continuano a cercare indirizzi diversi da quelli interni. A questo si associa un’economia, in parte sommersa, in parte parallela, che consente ai birmani di vivere o sopravvivere durante il conflitto, scoppiato dopo decenni di chiusura economica, durante i quali pochi gruppi al potere, a partire dai militari, hanno lavorato esclusivamente per i propri interessi, spesso cooperando con aziende straniere per lo sfruttamento delle risorse locali.

Fonte : Asia