Roberto Salis ci racconta cosa farà Ilaria Salis, se vince le elezioni europee

La trama leggera della pioggia accompagna la fine di una giornata uggiosa a Milano. È fine febbraio e Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, la docente e attivista brianzola di 39 anni, detenuta da oltre un anno in un carcere di massima sicurezza a Budapest con l’accusa, mai provata, di aver aggredito tre neofascisti, è reduce da una manifestazione a sostegno della figlia in pieno centro. Qualche centinaio di metri verso la metropolitana, insieme a chi scrive. Roberto Salis ha il passo svelto, l’aria stanca e dice poche frasi brevi. Atteggiamento comune, nei manager a fine giornata. E Salis lo era, nella prima parte della sua vita, quando guidava una società da qualche decina di milioni di euro di fatturato, e non poteva immaginare che di là a poco avrebbe cambiato scenario, passando dai consigli di amministrazione alle piazze di mezza Italia. La seconda sarebbe cominciata nella maniera più inaspettata, l’anno scorso, a febbraio, con l’arresto della figlia Ilaria.

La svolta

La svolta nella vicenda di Ilaria Salis (ai domiciliari a Budapest dal 24 maggio dopo tredici mesi di carcere duro) potrebbe arrivare con le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Se venisse eletta nelle fila di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), dove è capolista nella circoscrizione nord-ovest ma votabile in tutte le altre isole comprese, potrebbe scattare un meccanismo che, secondo gli avvocati, condurrebbe alla liberazione. La candidatura con il partito di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli è arrivata il 30 aprile, “una risposta politica forte per un processo che è politico” dice a Wired il padre dell’attivista.

A non capire la situazione del processo di Ilaria sono rimasti solo Senaldi, Sallusti e Porro (rispettivamente Pietro Senaldi, Alessandro Sallusti e Nicola Porro, giornalisti con cui il genitore aveva avuto un diverbio in televisione, ndr), che continuano a proporre la versione del governo ungherese – continua -. Ma il dibattimento si è aperto senza prove. Mesi e mesi in carcere, ma testimoni e la vittima non sono riusciti a riconoscerla. In un Paese normale non sarebbe mai iniziato”. Così, alle soglie della pensione, da gennaio in avanti Salis è riuscito a innescare una copertura mediatica che, in certi momenti, è stata pressoché totale. Il caso è montato inizialmente grazie al contributo di un comitato di compagni universitari e al supporto degli amici del liceo, arrivando fino alle testate nazionali e internazionali. Tanti hanno dato una mano; ma, al centro della scena, è sempre rimasto soltanto lui, Roberto Salis.

Pochi minuti dopo la chiamata di questa intervista, è atteso a un evento elettorale a Monza assieme all’altra candidata monzese di Avs, la giovane Arianna Bettin. Ma lo Stivale lo percorre in lungo e in largo da sei mesi, nelle ultime settimane a tappe forzate secondo la tabella di marcia condivisa con il partito: “Pochi giorni fa sono stato in Puglia, ieri ero in Sicilia, la settimana scorsa in Sardegna”. Perché, al fine di ottenere l’agognato seggio che potrebbe significare libertà, non basta arrivare davanti a tutti nella lista: Avs deve anche superare la soglia di sbarramento nazionale raccogliendo almeno il 4% dei voti totali. “Anche un risultato forte, se arrivasse esclusivamente nel nordovest, non servirebbe”, chiosa l’ingegnere.

La sfida elettorale

Abbracci, inviti a non mollare. Ma il calore maggiore, racconta l’uomo, l’ha raccolto “nei posti che rappresentano l’universo di Ilaria, mondi che non erano interessati al dibattito elettorale. Questa è la cosa straordinaria, la più bella che mi stia capitando” si lascia andare.

Fonte : Wired