Star Trek, la serie originale avrebbe potuto avere un personaggio gay?

Una saga così iconica e complessa come Star Trek contiene un sacco di mondi, rimandi, temi. Tra questi spesso uno associato all’immaginario della serie iniziata negli anni Sessanta è tutto l’universo LGBTQ+. Anche se nei primi anni nessuna figura ideata da Gene Roddenberry è stata esplicitamente gay o di un altro orientamento o identità di genere, sono molti gli episodi cosiddetti queer coded (cioè con trame e riferimenti impliciti ma comunque evidenti ai temi della discriminazione e dei diritti civili) e in generale tanti fan hanno visto nello sviluppo di trame e personaggi una specie di riconoscimento, o perlomeno una celebrazione dei fondamentali valori umani al di là di ogni distinzione di genere, orientamento o etnia. Il fatto che uno degli attori principali, George Takei, abbiamo in seguito fatto coming out e sia diventato uno dei paladini veterani della comunità ha aggiunto un manto di inclusività alla serie stessa.

Ma quanto era davvero queer-friendly la serie originale? Come ricorda il sito CBR, qualche anno fa lo stesso Takei aveva suscitato una polemica quando aveva in qualche modo dissentito dalla scelta di inserire nella serie filmica reboot – ambientata comunque in una timeline alternativa – una versione diversa del personaggio di Sulu, fin da subito apertamente omosessuale. Secondo l’attore non bisognava modificare nella sua sostanza un personaggio così come l’aveva modellato Roddenberry, ma al limite crearne uno di nuovo appositamente pensato per quello scopo. A quel punto è stato lo stesso Rod Roddenberry, figlio del creatore originale, a quietare gli animi parlando per il padre (morto nel 1991): “Penso che sarebbe stato favorevole al 100% nell’includere un personaggio gay in Star Trek. Accadono così tante cose nel mondo oggi, penso che avrebbe amato questo tipo di tematiche sociali veicolate da Star Trek”, aveva dichiarato.

Ma davvero il vecchio Rodenberry avrebbe voluto inserire un personaggio queer nella sua serie? Le possibilità sono alte, almeno secondo un’altra dichiarazione dello stesso Takei, intervistato dalla rete pubblica americana Pbs: “Gli ho parlato privatamente della questione dei gay e delle lesbiche. Da uomo sofisticato qual era era sicuramente consapevole di tutto, ma disse che in un episodio c’era stato il bacio interraziale tra il Capitano Kirk e Uhura e la serie era stata oscurata nel sud, Louisiana, Alabama, Mississippi e Georgia non l’hanno mandato in onda, i nostri ascolti erano precipitati”, ricostruisce l’attore: “E lui [Gene Roddenberry, ndr] disse: ‘Cammino sul filo del rasoio, mi occupo dei diritti civili, della guerra in Vietnam e della Guerra fredda e devo riuscire a lanciare dei messaggi pur rimanendo in onda’”. La serie originale d’altronde andò in onda dal 1966 al 1969, un periodo lontanissimo per certi versi dalle aperture di oggi. La volontà di Rodenberry dunque c’era, ma i tempi forse non erano maturi. La forza di Star Trek è stata quella, nonostante tutto, di lanciare un messaggio nello spazio che ancora si riverbera oggigiorno.

Fonte : Wired