Giada Zanola, il compagno ammette: “L’ho afferrata e spinta giù”. Poi ritratta

Al culmine dell’ennesimo litigio Andrea Favero avrebbe afferrato per le ginocchia Giada Zanola, per poi sollevarla e spingerla oltre il parapetto sul cavalcavia dell’autostrada A4, nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 maggio. È stato lo stesso Favero, compagno della giovane mamma originaria del bresciano, ad ammetterlo davanti ai poliziotti quando è stato fermato lo scorso 30 maggio, secondo alcuni dettagli trapelati nelle ultime ore.

La prima confessione è inutilizzabile

Le ammissioni del camionista 38enne, però, non sono state rese alla presenza di un avvocato né sono state ripetute davanti al giudice per le indagini preliminari e al pubblico ministero quando Favero è passato dall’essere testimone a indagato. Nell’interrogatorio di garanzia di venerdì 31 maggio il compagno della vittima aveva infatti fatto scena muta. La sua parziale confessione, perciò, rappresenta un passaggio chiave nell’indirizzare le indagini ma non può essere usata giudizialmente.

L’autopsia: Giada era viva quando è stata gettata giù dal ponte

I primi riscontri dell’autopsia sul corpo di Giada Zanola hanno escluso che la giovane fosse già morta quando è volata dal cavalcavia sull’autostrada A4 con un salto di 15 metri. Ciò avvalora l’ipotesi della colluttazione al termine della quale il compagno l’avrebbe scaraventata di sotto.

In particolare, dall’esame autoptico eseguito dal professor Claudio Terranova dell’università di Padova è stato escluso lo strangolamento, né sono risultate ferite causate da armi da taglio, mentre sono stati rinvenuti alcuni lividi che confermerebbero la lite tra la donna e il suo compagno di circa due giorni prima della morte. ll medico legale ha anche effettuato il prelievo di tessuti al fine di svolgere gli esami tossicologici. L’esame servirà a capire se la vittima prima di essere uccisa sia stata avvelenata, come temeva negli ultimi temi secondo quanto confidato ad alcune amiche.

Giada Zanola uccisa dal compagno: l’ipotesi del ricatto, temeva di essere avvelenata

Favero resta intanto nel carcere al Due Palazzi di Padova, mentre il figlio di tre anni è stato affidato momentaneamente ai genitori dell’uomo. Nella serata di oggi, 3 giugno, si tiene intanto a Vigonza la fiaccolata che partirà dalla casa dove abitava Giada e arriverà al cavalcavia sull’A4. Tra i presenti anche Gino Cecchettin, che ha incontrato i parenti più stretti della giovane mamma.

Fonte : Today