Quando ho pensato di inaugurare il Festival di Green & Blue con un’anteprima dedicata al documentario di Giulia Innocenzi “Food for Profit”, in tanti hanno provato a mettermi in guardia. Mi hanno detto: ma sei sicuro? ma chi te lo fa fare? ti vai a mettere in un pasticcio… Il tema di questo film d’inchiesta non è criminalizzare il consumo di carne e gli allevatori come categoria ma mostrare come funzionano gli allevamenti intensivi e il legame perverso che c’è fra le organizzazioni criminali – che li gestiscono – e i fondi europei, ovvero i soldi delle nostre tasse, – che li finanziano.
Sabato e domenica si vota per il Parlamento europeo e saranno i nuovi eletti a determinare la Politica agricola comune, la distribuzione dei soldi e forse, speriamo, anche una norma che metta finalmente al bando gli allevamenti intensivi. Sono pochi i partiti che hanno una posizione chiara sul tema, ma c’è un sito, Vote for Animals, sul quale tutti i candidati hanno potuto dire come la pensano su dieci punti che mettono il benessere animale al centro (c’è un solo partito in cui neanche un candidato si dice d’accordo su almeno un punto, nemmeno il più scontato come “la lotta all’abbandono di cani e gatti”, ma non vi rovino la sorpresa, scopritelo da soli). Ma anche se qualcuno dovesse infischiarsene del benessere degli animali, dovrebbe occuparsene per gli benessere di noi esseri umani, che senza saperlo mangiamo spesso cibo pessimo per la salute; e del pianeta tutto, che come è noto, subisce l’impatto del nostro eccessivo consumo di carne e utilizzo di pesticidi. Si tratta di un pasticcio, sì, ma dal quale dipende il nostro futuro che è sempre più circolare, come ha mostrato la pandemia: un pianeta malato o animali maltrattati hanno effetti devastanti sulla nostra vita. Come al solito le cose possono cambiare dall’alto (con le leggi); o dal basso (con i nostri comportamenti: io dopo il documentario ho chiesto al mio macellaio se si rifornisse da allevamenti intensivi e da tempo ho ridotto il consumo di carne). Serve l’educazione alimentare nelle scuole, come chiede Slow Food: il cibo ci svela come funziona davvero il mondo e alcune delle sue peggiori storture.
Fonte : Repubblica