Un milione di won, circa 670 euro, ai cittadini che decidono di annullare la vasectomia. È questa la trovata del sindaco conservatore della capitale sudcoreana Seul, Oh Se-hoon, per porre un freno al drastico calo delle nascite. Così i residenti della metropoli asiatica che si sono sottoposti a vasectomia o le donne che hanno scelto la legatura delle tube possono ricevere un rimborso economico se fanno un passo indietro sulle loro procedure. Secondo una proposta di bilancio pubblicata la scorsa settimana, il governo della città di Seul prevede di offrire circa 670 euro a circa 100 persone per coprire i costi relativi alla procedura di inversione, compresi i farmaci e le degenze ospedaliere. C’è un elemento da sottolineare: il costo delle procedure di inversione è già coperto dall’assicurazione sanitaria nazionale, a differenza di quanto accade per le vasectomie e le legature delle tube.
L’amministrazione della capitale sudcoreana ha stanziato in totale cento milioni di won per finanziare questo programma. Una piccola parte sarà invece destinato all’assistenza medica alle donne incinte con più di 35 anni e il finanziamento di strutture pubbliche per matrimoni.
Come molti Paesi asiatici, anche la Corea del Sud negli anni 70 e 80 aveva promosso pratiche scientifiche per frenare l’incontrollato aumento di nascite nel Paese. Ora, c’è il problema opposto: la Corea del Sud ha il tasso di fertilità più basso al mondo (0,72), e la situazione è particolarmente grave a Seul (0,55). La misura dell’amministrazione della capitale sudcoreana rientra nei piani lanciati dal governo guidato dal presidente conservatore Yoon Suk-yeol, che ha annunciato la creazione di un ministero ad hoc per combattere l'”emergenza nazionale” della scarsa natalità. Le giovani coppie sudcoreane scelgono di non fare figli a causa dell’alto costo della vita e degli affitti, a cui si aggiunge una pessima condizione lavorativa per le donne, penalizzate dal peggiore divario retributivo al mondo tra uomini e donne.
Fonte : Today