“Il voto a Forza Italia incide di più in chiave europea rispetto a Lega e Fratelli d’Italia. Facciamo parte da sempre dei popolari e rispetto agli alleati possiamo incidere maggiormente, dall’interno, nelle scelte che orienteranno il futuro del continente”.
Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, già sindaco di Verona dal 2007 al 2017, è candidato per la lista degli azzurri e di “Noi Moderati” al parlamento europeo nel collegio del Nordest. Today.it l’ha incontrato nelle scorse ore.
Tosi, l’agricoltura rappresenta un terzo del bilancio europeo. Però gli agricoltori contestano all’Ue parametri e paletti burocratici e ritengono di non essere valorizzati a dovere.
“Le proteste degli agricoltori sono assolutamente comprensibili. Un agricoltore italiano si trova di fronte ad un sistema di finanziamenti iper-burocratizzato. Inoltre c’è un sistema franco-tedesco che spinge per trattati e direttive che vanno in una certa direzione, mentre il nostro sistema agricolo è composto da piccole e medie aziende che puntano molto sulla qualità, ma non sulla quantità. La grande distribuzione, invece, ragiona su grandi numeri: nel prossimo mandato la compagine europea di Forza Italia dovrà cercare di tutelare il vero Made in Italy, valorizzando l’etichettatura e tracciatura intera: non può essere italiano un prodotto che effettua soltanto l’ultimo passaggio della filiera da noi. E dobbiamo difendere il prezzo: non si può produrre a dei costi quasi inferiori a quelli ai quali la grande distribuzione vende”.
La direttiva Case Green ha spaventato gli italiani, che sono proprietari di case. La sensazione è che il tema riemergerà di nuovo.
“La direttiva nasce con una mentalità molto diversa dalla nostra. Il patrimonio immobiliare italiano in gran parte è stato realizzato nel Dopoguerra: necessiterebbe di grandi costi per la trasformazione. Abbiamo migliaia di borghi antichi, che sono la bellezza dell’Italia e lì c’è anche un problema di come mettere le mani con la Soprintendenza. L’Italia ha votato contro quella direttiva e verrà rivista ancora, perché non è praticabile. Ci sono 20 milioni di prime case e con il Superbonus, ritenuto da tutti esagerato, ne abbiamo ritoccate soltanto mezzo milione. Per questo la prima versione della direttiva era davvero insostenibile. Giusto costringere gli edifici di nuova costruzione a essere green, ma sull’esistente non possiamo costringere le famiglie a ristrutturare casa in pochi anni”.
Sullo stop ai motori termici dal 2035 il vostro partito proporrà un dietro-front?
“Direi di sì. Quella decisione favorisce la Cina e non l’Europa. E poi si va verso l’idrogeno, che sarà la frontiera futura. Non possiamo imporre una transizione energetica insostenibile a livello di mercato a famiglie e imprese. Il “green” a tutti i costi, alla Frans Timmermans, alla Greta Thunberg, non può essere un dogma. La Cina causa nove volte le nostre emissioni di Co2 e gli Stati Uniti non sono così restrittivi come noi. Non possiamo auto-danneggiare il nostro sistema economico”.
Oltre all’ambiente il tema della campagna elettorale è la politica estera e la questione ucraina.
“Si difende l’Ucraina per un principio generale: non può esserci uno “più grosso” che invade quello “più piccolo” e se lo prende. L’Ucraina non deve perdere la guerra, dopo di che è improbabile che la vinca: si arriverà ad una trattativa. Però in questa guerra l’Ue non conta nulla, stanno decidendo gli americani e i cinesi, che sostengono le due parti. L’Europa, che la guerra se la trova in casa, paga il conto. Se l’Europa fosse davvero unica avrebbe un esercito e un confine unico, almeno. E questo aiuterebbe anche sulla questione migranti”.
Tosi, lei non è un berlusconiano della prima ora. Perché insistere ancora con la figura dell’ex presidente nel simbolo, addirittura chiedendo di votare per lui, ad un anno dalla morte.
“Perché è uno dei pochi politici italiani del quale si parlerà ancora per decenni. Ha vinto nella politica, nello sport, nel mondo della comunicazione, nell’imprenditoria. I valori di Berlusconi sono ancora attualissimi”.
Antonio Tajani è il leader giusto?
“Tajani ha un altissimo profilo europeo. Ha fatto una cosa difficilissima, raccogliere l’eredità politica di Berlusconi e piace alla gente. È educato, non insulta, non aggredisce, è un gran lavoratore. Mentre altri partiti negli ultimi anni hanno avuto grandi ascese e discese, Fi in maniera sistematica cresce di mese in mese, senza cavalcare la pancia degli italiani o lo slogan del momento”.
Colgo un riferimento al suo amico-nemico Matteo Salvini. Non è un mistero che FI mediti il sorpasso a queste Europee: che idea si è fatto della decisione di puntare sul generale Vannacci?
“Racconto questo che spiega bene la situazione attuale: nel 2014 Salvini diventa segretario e gli pongo due condizioni: non sono un secessionista (e lui all’epoca lo era fortemente) e non sono un anti-europeista, quindi non spingo per l’uscita dall’Euro (e ci ricordiamo l’antieuropeismo suo e di Claudio Borghi). Lo ricordo alle prime riunioni che aveva un modo di far politica diverso da me. Ci spiegò che in “quel momento conveniva cavalcare la lotta contro l’immigrazione e contro l’Europa, perché rendeva”. E ancora oggi ragiona così: adesso gli fa comodo il Vannacci, che non c’entra niente con la Lega. Il generale dice che l’autonomia c’è già… Che servono le classi differenziate…Per me le cose che dice e scrive sono inaccettabili. Ma Salvini lo candida sapendo che una parte di voti dell’estrema destra, sinistra, no vax e qualunquisti, li porta a casa. Ma non credo che sia una scelta rispettosa”.
Ha fatto bene o male la premier Meloni a rispondere così al governatore De Luca?
“Domanda difficile. Avrei fatto notare a De Luca la sua scorrettezza istituzionale, forse in un modo un po’ diverso, garbato, “alla Tajani””.
Tosi, l’anno prossimo ci sono le Regionali del Veneto e Luca Zaia non può ripresentarsi. Lei cosa farà?
“Le Europee sono importanti anche per questo. Saranno l’elemento giudicante in Veneto e nelle altre regioni per esprimere il candidato governatore del centrodestra. Non ci saranno 9 candidati di Fratelli d’Italia, ma si valuteranno gli equilibri. Alle ultime Regionali Fi è comunque il secondo partito della coalizione e lo sarà, nel dato nazionale, anche a queste Europee”.
Fonte : Today