Luca Cassol, il primo Capitan Ventosa: “Striscia? Non mi piace più. Adesso aiuto chi vuole dimagrire”

Luca Cassol nel 2002 entrò a Striscia la Notizia e l’anno seguente diventò il primo Capitan Ventosa del tg satirico. Per ben 10 anni indossò il costume giallo con uno sturalavandini sulla testa e se all’inizio non fu facile prendere le misure con il travestimento poi non ci fede più caso. Nel 2013 si interruppe la collaborazione con Striscia e iniziò la sua nuova vita.

Ancora oggi per Cassol è ricordato dagli Italiani per il suo lavoro da inviato Mediaset.  A TvBlog ha ripercorso quel periodo e ha parlato anche del suo presente. Nato nel 1968 a Milano adesso vive in Svizzera dove si occupa di fitness. In gioventù ha giocato per anni a calcio: “Giocavo a calcio nel ruolo di centrocampista e militavo in Interregionale. Rimasi senza squadra e un amico che viveva in Australia mi invitò a raggiungerlo e ad effettuare un provino per i Parramatta Eagles. Partii e rimasi là per due anni. Fu un’esperienza meravigliosa nel Paese più bello del mondo. A quei tempi il calcio non era molto sviluppato, non era uno sport d’eccellenza. Ora si è parecchio evoluto”. A 27 anni smise, ma da quanto vive in Svizzera ha riniziato ad allenarsi: “Qui ci sono un sacco di campionati di veterani, composti da giocatori over 40. Ormai è più una passione che altro”.

I primi passi in tv

Le prime esperienze in tv sono legate a “Diego Abatantuono. Entrai nel suo giro e mi arruolarono nella Nazionale Calcio-Tv per delle partite di beneficenza. Quasi per gioco mi ritrovai con Diego nello spot della Buitoni. A quel punto mi dissi: ‘Questo mondo mi interessa’. Mi trasferii a Roma per un corso di recitazione e venni scelto per il film di Pupi Avati ‘Il testimone dello sposo’. Girammo per due mesi a Bologna”.

Poi arrivò l’era Striscia: “Conobbi un autore che partecipava a queste partite benefiche e mi informò che avevano bisogno di un inviato. Nel 2002 svolsi il provino e mi presero. Il primo anno realizzai servizi senza travestimenti, mentre nella stagione 2003-2004 nacque Capitan Ventosa. Ho prodotto complessivamente circa 800 inchieste. Non poche”. Il costume fu un’idea di Antonio Ricci: “Un giorno Antonio Ricci mi convocò nel suo ufficio e mi comunicò che aveva la necessità di creare una situazione particolare. Si munì di pennarelli e disegnò una bozza davanti ai miei occhi. Non ci volevo credere”.

“C’era il timore di apparire ridicolo. Lo stesso Ricci mi disse di aspettare l’esito delle prime uscite. C’era l’imbarazzo, ma anche la fragorosa risata che quel contesto scatenava. Dopo il primo servizio capii che era la strada giusta e nei dieci anni successivi mi divertii moltissimo. Pian piano mi abituai e fu come andare vestito normalmente, non ci feci più caso – ha rivelato Cassol – Girai l’Italia in lungo e in largo, frequentai posti che non pensavo esistessero in Italia e in Europa e lanciai addirittura un Tapiro ad Albano a Santo Domingo, quando era a ‘L’isola dei Famosi’.

Il costume era molto scomodo da indossare, soprattutto nei primi due anni quando “era sintetico. D’estate sentivo un caldo allucinante e in inverno un freddo assurdo. Una volta ero ad Aosta, di sera e all’aperto, c’erano -24 gradi. Pregai i costumisti di farmelo di cotone”.

“Striscia? Non mi piace più, la trovo un po’ monotona”

Nel 2013 maturò la consapevolezza di voler cambiare strada: “Avrei potuto fare un’altra stagione, ma non ci trovammo più d’accordo e arrivammo a una risoluzione assolutamente pacifica, senza nessuno screzio. Dopo tanti anni ero stufo di andare in giro con quel costume. Feci capire che non me la sentivo più e probabilmente colsero la palla al balzo”. “Ammetto che è brutto vedere quel costume indossato da altri, forse potevano trovare un abito diverso e inventarsi una roba differente, ma non discuto certe scelte. Ci sono persone che ancora mi scrivono esprimendomi affetto e dicendomi che hanno nostalgia della mia versione. Fa piacere, significa che ho lasciato qualcosina nella mente della gente”, ha sottolineato Luca.

Ormai Striscia fa parte del suo passato e non la guarda più “non so da quanti anni. Non mi piace più, la trovo un po’ monotona. Quando vedi in onda sempre le stesse tipologie di servizi ti annoi. Una volta era diverso, si colpivano le persone che facevano cose sporche. Adesso si rompono le palle a dei parcheggiatori che non sanno come arrivare alla fine del mese. Io mi scaglierei piuttosto su persone di alto livello”.

Alla domanda se Striscia sia diventata un po’ vecchia, Luca ha risposto con un’osservazione: “Può darsi, è in onda da oltre trentacinque anni. La redazione è sempre la stessa e inventarsi idee nuove non è semplice. Il mio non vuole essere un giudizio negativo, anche perché se la trasmissione viene ancora trasmessa in prima serata significa che il pubblico la guarda”.

La vita in Svizzera

La decisione di trasferirsi in Svizzera fu presa per amore: “Mi sono sposato con una ragazza svizzera, ma abbiamo divorziato. A Locarno però stavo bene e mi sono stabilizzato qua. Ho iniziato a lavorare a La1, il primo canale televisivo della Rsi, e in seguito anche in radio, per due ore tutti i giorni. Sono andato avanti per quattro anni”. Poi però ha deciso di lasciare definitivamente il mondo dello spettacolo: “Ho deciso di distaccarmi totalmente da quel mondo. Oggi mi dedico a tutt’altro: gestisco un centro fitness a Bellinzona e alleno le persone che vogliono perdere peso. Inoltre, ho un altro lavoro che condivido con Gianmarco Tognazzi, che per me è come un fratello. Da circa dieci anni commercializza il vino del vitigno del padre Ugo e gli do una mano per esportarlo dal Lazio alla Svizzera. È un’occupazione molto divertente, che mi sta dando grandi soddisfazioni”. In tv non tornerebbe, ma potrebbe valutare la partecipazione a un reality.

Luca non ha in programma di tornare in Italia, anche perché da dove vive Milano è distante solo un’ora e mezza e poi perché al suo fianco c’è Michela, la sua fidanzata, e un gruppo di amici con cui va molto d’accordo.

Fonte : Today