Tumore al polmone, come funziona osimertinib, il farmaco che sta dando risultati promettenti

Guadagnare tempo. È questo uno dei più importanti risultati appena presentati all’American Society of Clinical Oncology (Asco), che si sta svolgendo a Chicago, nel trattamento del tumore del polmone. In particolare, in uno studio appena presentato durante la sessione plenaria del congresso, suggerisce come una nuova strategia si sia mostrato efficace nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti affetti da una forma di tumore del polmone. Si tratta dello studio Laura sull’uso della terapia target osimertinib (farmaco approvato come monoterapia in più di 100 Paesi tra cui Stati Uniti, Unione Europea, Cina e Giappone) nel tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc) di Stadio III non operabile e con mutazione di Egfr.

Il tumore al polmone

Questo tipo di neoplasia è la principale causa di morte per cancro tra gli uomini e le donne, e rappresenta circa un quinto di tutti i decessi per cancro. Secondo le stime, ci sono circa 2,4 milioni di persone che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore del polmone, con l’80-85% classificato come tumore del polmone non a piccole cellule (Nsclc). In Europa e negli Stati Uniti circa il 10-15% dei pazienti con Nsclc e il 30-40% dei pazienti in Asia presenta Nsclc con mutazione di Egfr. Questi pazienti sono particolarmente sensibili al trattamento con un inibitore di tirosin chinasi del recettore del fattore di crescita epidermico (Egfr-Tki) che blocca le vie di segnalazione cellulare che determinano la crescita delle cellule tumorali.

Lo studio Laura

Lo studio Laura, di fase III e pubblicato sul The New England Journal of Medicine, ha coinvolto 216 pazienti divisi in due gruppi: il primo, composto da 143 pazienti, ha ricevuto l’osimertinib in compresse orali da 80 mg una volta al giorno; mentre il secondo (73 pazienti), ha avuto un placebo. Dai risultati è emerso come il farmaco osimertinib abbia prodotto un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (Pfs) nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule di Stadio III, non operabile, con mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico (Egfrm), dopo chemio-radioterapia (Crt) rispetto al placebo dopo Crt. In particolare, osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84% rispetto a placebo. Inoltre, la sopravvivenza libera da progressione mediana è risultata di 39,1 mesi nei pazienti trattati con osimertinib rispetto a 5,6 mesi nei pazienti trattati con placebo.

“Gli straordinari risultati di sopravvivenza libera da progressione dello studio di Fase III Laura rappresentano un importante passo avanti per i pazienti con tumore del polmone di Stadio III non resecabile con mutazione di Egfr, per i quali non sono disponibili trattamenti mirati”, ha commentato Filippo de Marinis, direttore della divisione di oncologia toracica dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e presidente di Aiot (Associazione italiana di oncologia toracica). “Osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84%, un risultato senza precedenti. Sulla base di questi dati, osimertinib dovrebbe diventare il nuovo standard di cura per questi pazienti”. Inoltre, aggiunge Sara Ramella, direttore radioterapia oncologica e professore ordinario di diagnostica per immagini e radioterapia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma/Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, “in questo modo potremo offrire ai pazienti in stadio localmente avanzato un trattamento mirato in un setting ad intento curativo, cioè la terapia target anti-Egfr con osimertinib, in grado di ottimizzare l’efficacia della chemio-radioterapia”.

Fonte : Wired