Lorenzo Thione, AI, investimenti inclusivi e spettacolo: cosa c’è nel suo futuro

Ci possono essere delle controindicazioni?

Il problema è che le compagnie stanno avvertendo la pressione di dover arrivare per prime. Questo ha innescato una certa fretta nel rilasciare i prodotti, che sono pieni di errori, perché sono in gara gli uni contro gli altri. Lo si è visto di recente con le ricerche generative AI su Google dove ci sono molti sbagli, il che per me significa che hanno immesso nel mercato dei prodotti prima che fossero realmente pronti”.

C’è qualcosa dell’intelligenza artificiale che la spaventa?

Stiamo attraversando una fase dell’AI un po’ paranoica. In parte, avranno contribuito più di 50 anni di narrazioni immaginarie, ma siamo molto distanti da quel tipo di intelligenza li. Affinché quella cosa frutto della fantasia possa prendere forma, dovremmo, non solo costruire delle forme di intelligenza, ma costruire delle forme di vita sintetiche. E quando dico questo mi riferisco proprio dal punto di vista biologico, perché la sola intelligenza non è un elemento sufficiente, ma ci vuole anche l’istinto di sopravvivenza e desiderio di riproduzione”.

Quindi è esente da rischi?

Uno dei maggiori pericoli attualmente è che l’intelligenza artificiale la possa utilizzare gente che non sa come funziona. Per il resto non ci vedo un gran problema, perché l’AI è uno strumento a supporto degli uomini. Un aiuto che può alleggerire e velocizzare le vite delle persone”.

Lei da un lato è un creatore di software e dall’altro un produttore di musical. Ha pensato di unire queste due cose?

Sì, non voglio dire molto su questo, ma sto lavorando a un progetto teatrale che mette insieme l’intelligenza artificiale con il teatro, che probabilmente uscirà il prossimo anno”.

Da italiano che da tanti anni vive negli Stati Uniti, come vede il suo paese? Si sta muovendo qualcosa?

Stiamo assistendo a tantissime ricerche scientifiche e passi in avanti da parte dell’Europa. In particolare, sembra che la Francia si stia muovendo come centro d’eccellenza per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Credo che il talento e l’abilità per replicarlo anche qui non manchi. Le cose sono molto migliorate rispetto a vent’anni fa, però si può sempre meglio”.

Tra sei mesi si vota per eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti. È ottimista?

Sono ottimista per natura. Credo che una scelta ovviamente sarebbe meglio dell’altra, ma non considero l’opposto di ciò che desidero la cosa peggiore al mondo. In qualsiasi paese che ho visitato le persone vedevano le cose in maniera differente; quindi, questo mi spinge a dire che esiste qualcosa di valido in ogni punto di vista”.

Fonte : Wired