Juve-Massimiliano Allegri: chi vincerà la partita in Tribunale?

Si va allo scontro. È arrivata la notizia che, dopo alcuni giorni riservati alla valutazione delle giustificazioni rese dall’ormai ex tecnico bianconero, la Juventus ha deciso di licenziare Massimiliano Allegri per il venir meno del vincolo fiduciario, a causa degli ormai noti episodi in occasione della finale di Coppa Italia.

Nonostante da più parti si parli di licenziamento disciplinare per giusta causa, in realtà quello comunicato al tecnico livornese è, a norma di codice (articolo 2119 del codice civile), un ”recesso per giusta causa” da un contratto a tempo determinato. La società bianconera, infatti, ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto quadriennale firmato – lo ricordiamo – nell’estate del 2021. E ora, cosa succede?

Perché non può tornare

Fissiamo un primo punto fermo: qualunque cosa accada, Max Allegri non potrà più tornare sulla panchina bianconera, nemmeno laddove fosse accertata l’illegittimità del recesso. Il perimetro della battaglia legale ormai prossima, per quanto salato, è soltanto economico: l’insussistenza della giusta causa del recesso, infatti, potrebbe comportare per la società bianconera unicamente l’obbligo di corrispondere le retribuzioni dovute fino al termine del contratto, oltre all’eventuale risarcimento del danno.

Se deciderà – come sembra ormai scontato – di impugnare il recesso, Allegri dovrà quindi portare la Juventus in giudizio, presentando ricorso presso la sezione Lavoro del competente Tribunale di Torino. Eccoci arrivati al dunque: chi avrà la meglio in questa partita giocata a colpi di codice?

Le ragioni della Juve

All’apparenza, la Juve sembra avvantaggiata (nella foto sotto, la squadra con la Coppa Italia vinta contro l’Atalanta). La contestazione mossa all’ex allenatore bianconero, basata sull’asserita lesione del vincolo fiduciario a causa della presunta violazione del dovere di lealtà sportiva, ha uno specifico precedente in un noto caso già passato al vaglio della magistratura del lavoro che, sebbene non possa affatto equipararsi alla questione che ci occupa, ha tuttavia consentito di elaborare dei principi che potrebbero essere utilizzati dai legali della Juventus. Stiamo parlando del clamoroso episodio che vide protagonisti, oltre dieci anni fa, Delio Rossi e Adem Ljajic e che ebbe un lungo strascico legale tra il tecnico e la Fiorentina, a seguito dell’interruzione del rapporto da parte della società viola.

I giocatori della Juve con la Coppa Italia vinta contro l'Atalanta (Gregorio Borgia-LaPresse)

Più precisamente sia il Tribunale di Firenze (sentenza numero 1150, del 27 novembre 2014) sia la Corte d’appello (sentenza numero 495, del 16 luglio 2015), nel respingere l’impugnazione presentata da Rossi, avevano sottolineato che la condotta del tecnico violava i requisiti minimi indispensabili per la prosecuzione del rapporto di lavoro, in primis la stima e la fiducia nell’operato di un soggetto tecnicamente e pedagogicamente responsabile della guida di una squadra (si pensi all’articolo 19 dell’Accordo collettivo, secondo cui ”L’allenatore è tenuto a mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della probità e della rettitudine sportiva…. Egli si impegna altresì… a fornire esempio di disciplina e di correttezza civile e sportiva”).

I presupposti per la giusta causa di recesso e per un’eventuale richiesta risarcitoria per presunti danni reputazionali e di immagine da parte della società bianconera, quindi, sembrerebbero trovare un saldo appoggio proprio nei principi generali espressi dalla giurisprudenza fiorentina.

Le ragioni di Max Allegri

Il percorso di Allegri sembrerebbe invece partire in salita. Eppure, lo si è già evidenziato in un precedente editoriale, non mancano frecce nemmeno alla faretra dei suoi difensori i quali, anzi, potrebbero addurre la presunta esistenza di un contesto lavorativo stressogeno per giustificare, almeno in parte, le reazioni del proprio assistito e chiedere, conseguentemente, l’annullamento del recesso e l’eventuale risarcimento dei danni.

Perché potrebbe avere ragione Allegri – di Domenico Tambasco

A supporto di ciò, si potrebbe infatti invocare il recente orientamento che vede la progressiva valorizzazione della natura nociva e stressogena degli ambienti di lavoro quale elemento centrale nell’accertamento della responsabilità datoriale per colpevole inerzia (Cassazione 7 febbraio 2023, numero 3692), anche al fine di annullare i licenziamenti disciplinari per condotte reattive dei dipendenti esasperati dal clima lavorativo tossico (Cassazione, 2 maggio 2022, numero 13774; Tribunale Cremona, sezione Lavoro, 3 ottobre 2023). Orientamento che ha proprio nella sezione Lavoro del Tribunale di Torino uno dei fori più sensibili al tema.

Il pronostico Juve-Allegri

Si fa riferimento, in particolare, ad alcune pronunce del Tribunale torinese che hanno riconosciuto la valenza stressogena degli ambienti di lavoro connotati da modalità operative tali da comportare nel dipendente l’inevitabile e progressivo accrescimento dell’ansia e della frustrazione. Reazioni emotive, queste, dovute al fatto di essere sollecitato, messo a confronto, rimproverato e caricato di sensi di colpa, nell’ambito di un contesto lavorativo che configura una indebita e colpevole pressione del datore di lavoro, il quale non è esentato ”dall’onere di vigilare sull’impatto di tali situazioni sui singoli dipendenti e di porre in essere azioni preventive, volte a valutare il loro impatto sulle singole personalità e ad intervenire per evitarne le conseguenze dannose (Tribunale Torino, sezione Lavoro, 25 gennaio 2022; Tribunale Torino, sezione Lavoro, 17 agosto 2022, numero 908).

Non è facile esprimere un pronostico sul futuro esito della controversia. L’unica certezza, allo stato, è che la conciliazione appare non solo la soluzione più saggia – considerata la plausibilità di entrambe le linee difensive – ma, in fin dei conti, anche quella più probabile. In caso contrario, mettiamoci seduti: la partita è tutta da giocare.

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Fonte : Today