Parola d’ordine: detox. In un mondo costantemente connesso sono sempre di più le proposte di momenti di disconnessione totale, il cosiddetto detox digitale. E se prima i retreat senza internet, i ristoranti sconnessi e altre offerte similari riguardavano solo gli adulti, oggi si stanno allargando ai minori. Costantemente connessi, eppure sempre più soli. Troppo spesso isolati dalla bellezza della natura, dello stare insieme e da quelle emozioni autentiche che lo schermo di un device non può replicare.
Il campus estivo di Fondazione Carolina nasce dall’esigenza di “ritrovarsi”. È questa la parola chiave che la Onlus dedicata a Carolina Picchio, impegnata per il benessere digitale dei minori, ha scelto per l’estate 2024. Si tratta di un camp di digital detox per ragazzi e preadolescenti, organizzato all’interno del Red Cedar Ranch: un vero ranch nel cuore della Maremma laziale, a pochi chilometri da Civitavecchia. “Ritrovarsi, non per forza dopo essersi smarriti, bensì proprio per evitare di perdersi in quella dipendenza da web e social in cui cadono a vario titolo 8 ragazzi su 10 – spiega il segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi -. È tutta una questione di stimoli, quelli dei social e delle app, quelli dell’e-commerce e dei giochi online, dello streaming e delle chat che attirano i nostri figli anche oltre le 8 ore al giorno, al di fuori dell’orario scolastico”.
Nel ranch educatori professionisti accompagnano i ragazzi in un’esperienza di contatto con sé e con gli animali per ridare attenzione a ciò che il digitale spesso inibisce. Il programma include laboratorio di etologia con cavalli, attività con cani e animali da fattoria e una giornata di surviving nei boschi. E ancora trekking sulla via Francigena, tiro con l’arco e tanto altro, tutto studiato con pedagogisti, psicologi e veterinari specializzati. Al ritiro possono partecipare bambini dai 9 ai 13 anni e ragazzi dai 13 ai 16. Per iscrizioni e informazioni, scrivere a: camp@fondazionecarolina.org
Tecnologie ed eccesso di controllo: un ostacolo alla crescita degli adolescenti
Cisv, associazione internazionale indipendente, senza scopo di lucro, affiliata all’Unesco, offre diversi programmi educativi con attività locali, campi nazionali e internazionali, scambi in famiglia e progetti sul territorio svolti in sinergia con organizzazioni che condividono obiettivi simili. Tutti i programmi sono costruiti con cura attorno a quattro principi educativi e aiutano a comprendere come ciascuno di noi possa giocare un ruolo fondamentale nell’educazione alla pace. Ogni programma è pensato ad hoc per un determinato target e numero di persone. Tutti i campus Cisv sono studiati per far incontrare ragazzi (a partire dagli 11 anni) da decine di Paesi nel mondo. Si parte senza smartphone. Solo il leader può utilizzare il cellulare per aggiornare le famiglie al fine di facilitare la partecipazione attiva dei ragazzi alle attività, la buona riuscita dell’esperienza e la creazione di relazioni: “Uno degli aspetti più incredibili dei nostri programmi, soprattutto quando si guarda ai ragazzi più piccoli di undici anni, è la curiosità, se non il coraggio, che li porta a partire e lasciare le loro famiglie. Per tutta la durata dell’esperienza, i ragazzi e le famiglie comunicano indirettamente tramite gli educatori o via lettera. Questo rafforza la loro capacità di adattarsi e affrontare nuove sfide senza l’intervento diretto dei genitori, promuovendo così la loro autonomia e fiducia in se stessi. Vivono e imparano con coetanei provenienti da tutto il mondo, acquisendo una profonda comprensione di se stessi e accettazione di culture e prospettive diverse. Nel mondo iper-connesso di oggi, è un’occasione rara per i ragazzi disconnettersi dai cellulari o altri dispositivi elettronici e di mettersi alla prova in relazioni reali, ovvero non intermediate, con gli altri attraverso interazioni al contempo stimolanti e impegnative”, commenta Pietro Giovanni Bizzaro, presidente di Cisv Italia. E conclude: “In un contesto internazionale sempre più caratterizzato dal conflitto, Cisv si propone di educare e ispirare i giovani a costruire relazioni e amicizie che superino i confini, dove il conflitto interpersonale è uno strumento di crescita e non un punto di arrivo. Crediamo infatti che il dialogo e il gioco offrano ai ragazzi che partecipano ai nostri programmi le chiavi per affrontare i disaccordi tra loro e le conflittualità esterne, con cui crescendo sono tenuti a confrontarsi”.
Jonathan Haidt: “Una generazione ansiosa per colpa di smartphone e genitori iperprotettivi”
Fonte : Repubblica