Fondi pubblici ai partiti: gli italiani incassano meno di greci e romeni (e un decimo dei tedeschi)

Oltre 3,4 miliardi di euro: a tanto ammontano i fondi pubblici che i diversi Paesi dell’Unione europea hanno erogato ai principali partiti nazionali del blocco negli ultimi anni. Quasi la metà della torta riguarda solo Spagna e Germania, mentre l’Italia arranca a metà classifica con 73 milioni di euro. Una somma inferiore a quella percepita dai partiti in Grecia, Portogallo e Romania. È quanto emerge dai dati sui finanziamenti pubblici e privati ai partiti raccolti dal quotidiano spagnolo El Pais nell’ambito dell’inchiesta condotta da un team internazionale di quotidiani, guidati dall’organizzazione olandese di giornalismo investigativo Follow the money.

Chi incassa di più dallo Stato

I dati si riferiscono al periodo tra il 2019 e il 2022, e contengono solo gli incassi delle formazioni politiche più grandi. La parte del leone la fanno i partiti spagnoli, che hanno incassato nel complesso 791 milioni. A seguire c’è la Germania, con 763 milioni. A chiudere il podio il Belgio (296) che precede di poco la Francia (250). In Romania, i principali partiti hanno incassato 205 milioni, più di quelli svedesi (198) e finlandesi (114). In Portogallo, Grecia e Repubblica i fondi pubblici si aggirano sui 100 milioni.

In Italia, come è noto, il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito, ma resta il 2 per mille derivanti dalle dichiarazioni dei redditi dei cittadini. Nel 2023, il Pd è stato il partito che ha riscosso di più (8,1 milioni), seguito da Fratelli d’Italia (4,8) e dal M5s (1,2).

L’opacità delle donazioni private

L’inchiesta di Follow the money ha messo in luce anche l’opacità delle donazioni private alla politica. L’analisi ha riguardato oltre 200 partiti politici “che hanno una buona possibilità di conquistare almeno uno dei 720 seggi del prossimo Parlamento” europeo, scrive la piattaforma di giornalisti investigativi. In totale, questi partiti hanno ricevuto 941 milioni di euro in donazioni tra il 2019 e il 2022. “Per 664 milioni di euro non è chiaro chi abbia inviato il denaro”, si legge ancora. 

Per finanziamenti non pubblici si intendono le donazioni private, i contributi degli iscritti, dei candidati e degli eletti. Sono esclusi i fondi statali, i prestiti da privati, e altri redditi come utili da raccolta fondi, merchandising e beni immobiliari. Due terzi di questi finanziamenti privati riguardano solo la Germania, dove i donatori restano per lo più anonimi. Situazione simile anche in Francia e Spagna, solo per restare nei grandi Paesi del blocco.

In Italia, si legge nell’inchiesta, “le regole sulla rendicontazione delle donazioni sono molto rigide, in teoria. Ma i partiti sembrano aver trovato un modo per aggirarli: le aziende e gli individui tendono a donare non direttamente ai partiti, ma ad altre entità correlate”, come organizzazioni senza scopo di lucro. “Ciò crea di fatto un sistema parallelo per la raccolta di fondi e l’organizzazione di eventi a beneficio dei partiti politici”, continua.   

Sempre secondo l’inchiesta, una buona fetta dei finanziamenti privati è arrivata nelle casse dei partiti estremisti o populisti (150 milioni), siano essi di destra o di sinistra. In questa categoria, la fetta più grossa se la sono assicurati i partiti di estrema destra, con 97 milioni.

Fonte : Today