Cosa succede a Donald Trump dopo la condanna

Lui, il diretto interessato, si sente “prigioniero politico”. I suoi legali sono più cauti ma assicurano che siamo solo all’inizio della vicenda giudiziaria. I sostenitori lo inondano di donazioni per “dare gas” a una campagna elettorale che è solo all’inizio.

“Faremo ricorso non appena possibile”: lo ha dichiarato, in una intervista alla Cnn, l’avvocato di Donald Trump Todd Blanche sottolineando che il suo assistito è il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere condannato penalmente. “In cuor mio non credo che Trump sia colpevole” e “credo fermamente che la giuria non avrebbe dovuto ritenerlo colpevole”, ha affermato, sottolineando che “è più di un anno che diciamo che non saremmo riusciti ad aver un processo equo a Manhattan e le cose si sono svolte esattamente come ci aspettavamo”.

“Nessuno è al di sopra della legge. Il verdetto parla da solo”, dice, invece, il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, ha accolto la condanna di Donald Trump nel caso su Stormy Daniels.

Cosa succede ora a Trump

Ma cosa accade adesso in concreto? Trump è stato condannato per gli assegni con cui ha rimborsato Cohen, suo ex avvocato, che nel 2016 aveva pagato di tasca propria Stormy Daniels. Il reato non è il pagamento, ma l’aver truccato i conti della sua azienda per nasconderlo. Lo scopo: interferire con le presidenziali del 2016, impedendo agli elettori di conoscere lo scandalo. L’11 luglio sarà stabilita la condanna: rischia fino a 4 anni di prigione, ma difficilmente andrà in carcere, anche vista l’età (77 anni). 

Possibili i domiciliari: ma vista l’assenza di precedenti penali e il basso livello di gravità delle accuse, potrebbe non fare neanche un giorno di carcere e cavarsela con maxi-multa. E’ il primo ex presidente Usa condannato: lo zoccolo duro della base non lo abbandonerà mai, ma i moderati, decisivi il 5 novembre negli Stati in bilico? Trump non potrà auto-votarsi perché la Florida, dove è residente, vieta il diritto di voto ai condannati.

Il voto femminile 

C’è anche un altro elemento da tenere a mente. Trump faticherà in novembre col voto femminile: lo dicono da tempo esperti e sondaggi, e la condanna di poche ore fa non lo aiuterà di certo su questo versante. Nel 2016, secondo un’analisi del prestigioso Pew Research Center, Trump conquistò il 39% del voto femminile, percentuale salita al 44% nel 2020 mentre Joe Biden ottenne il 55%. Ma in base a una rilevazione della Quinnipiac University, il tycoon ora ha dalla sua solo il 36% delle donne, contro il 58% di Biden. La moglie Melania del resto si è defilata dalla campagna e non lo aiuta. Una vice donna è dunque nell’ordine delle cose, la scelta è questione di giorni.

Dall’Italia, intanto, c’è chi esprime “solidarietà e pieno sostegno a Donald Trump, vittima di una persecuzione giudiziaria e di un processo di natura politica”. A scrivere così su X è Matteo Salvini. “In Italia, abbiamo tristemente familiarità con l’utilizzo del sistema giudiziario come arma da parte della sinistra, dato che per anni si e’ tentato di eliminare gli oppositori politici con mezzi legali. Spero che Trump vinca; sarebbe una garanzia di maggiore equilibrio e speranza per la pace nel mondo”, afferma in un post in inglese il leader della Lega.

Fonte : Today